Calcio a 5 Serie A – Il Kaos Mantova sfida i campioni d’Italia

Salas in azione
Salas in azione

Mantova Chiamatele emozioni. Il Kaos Mantova passa dall’euforia per la vittoria all’esordio in campionato sul Came Dosson al grande pathos della sfida odierna ai campioni d’Italia del Pesaro. L’appuntamento è alle ore 18 al PalaPizza, tempio del futsal tricolore. L’avversario, l’Italservice, il meglio che c’è nel Paese, come dimostrano i trofei messi in bacheca nella passata stagione cui si è aggiunta, fresca fresca, la Supercoppa. I virgiliani si apprestano a sfidare mostri sacri del calcio a 5, come l’argentino Borruto (44 gol l’anno scorso, due a Genova nella prima di campionato), campione del mondo nel 2016 con l’albiceleste, e poi  Miarelli, portiere della nazionale,  Honorio, Canal, De Oliveira, Marcelinho e Javier Adolfo Salas, fratello maggiore del Salas biancorosso. Roba da far tremare i polsi, ma il coach del Kaos,  Pino Milella, che in carriera ne ha viste di tutti i colori, non si scompone più di tanto. E guai a chi dice che oggi la sua squadra non ha niente da perdere. «E’ una frase fatta che non mi piace – spiega – come se questa partita fosse diversa dalle altre. Assegna gli stessi punti e noi puntiamo a fare risultato. Naturalmente conosciamo il valore di Pesaro, è la squadra da battere, ma noi dobbiamo tirare fuori il massimo da ogni gara, anche da questa».
I biancorossi hanno svolto ieri la rifinitura e partiranno stamane alla volta delle Marche. La gara con l’Italservice inaugura un trittico di fuoco che proseguirà martedì sera con la sfida casalinga contro il Grassano per poi chiudersi sabato prossimo a Rieti. Il finlandese  Kytola è tornato un po’ acciaccato dalla nazionale, ma sarà della partita per cui Milella ha tutti a disposizione. «Partite come queste – dice ancora il tecnico biancorosso – si preparano da sole, le motivazioni sono al massimo. Ci siamo goduti la vittoria sul Came e con il morale alto andiamo ad affrontare la squadra campione d’Italia. Consapevoli delle difficoltà che ci attendono, ma convinti di poter dire la nostra».