Calcio – Davide Mezzanotti, nostalgia biancorossa: “Mai stato bene come al Mantova”

Davide Mezzanotti con Fabrizio Lori nel suo primo giorno in biancorosso
Davide Mezzanotti con Fabrizio Lori nel suo primo giorno in biancorosso

SANSEPOLCRO (AR) Sui social ha postato nell’ordine: una foto del suo gol al Verona; messaggi di sostegno al dottor  Ballardini; la visione dello storico Mantova-Juventus datato 13 gennaio 2007. Tre indizi fanno una prova e autorizzano la domanda:  Davide Mezzanotti è stato colpito da  saudade biancorossa? «Quella ce l’ho sempre avuta – risponde ridendo – . Mantova mi è rimasta nel cuore». E allora quale occasione migliore per riallacciare il filo con uno dei giocatori più bravi, amati e simpatici dell’era  Lori? Davide Mezzanotti, difensore classe 1971, ha militato in biancorosso dal 2004 al 2007, conquistando la promozione in B, sfiorando la A e vivendo da protagonista tre stagioni tra le più gloriose della storia dell’Acm. Oggi è tornato a vivere nella sua Sansepolcro e fa l’allenatore del Città di Castello, in Promozione. Ma nella mente mantiene vivo il ricordo dei magnifici anni in biancorosso.
«Nella mia carriera – racconta – ho avuto la fortuna di giocare in grandi piazze come Napoli, Brescia, Livorno, Salerno. E mi sono sempre trovato bene. Ma quella che più di tutte mi è rimasta nel cuore è Mantova. Questo al di là dei risultati che abbiamo conquistato sul campo. A Mantova ho ancora tanti amici, pensa che ho mantenuto perfino la compagnia assicurativa. A un certo punto mi ero pure messo in testa di stabilirmi lì. Qualche giorno fa mi sono sentito con  Ciccio Graziani. Ho cercato anche  Caridi ma non mi ha risposto. Ci riproverò nei prossimi giorni».
Davide spiega la forza di quel Mantova: «Era un gruppo straordinario, dentro e fuori dal campo. C’era un’unità d’intenti che non ho mai riscontrato da nessuna parte. Eravamo un tutt’uno con la città. Per quel che ho vissuto, Lori è stato un presidente stupendo, che ha regalato emozioni incredibili. Ma non dimentico nemmeno  Castagnaro. E poi mister  Di Carlo e il direttore  Magalini: spettacolari». Chiediamo a Mezzanotti di scegliere tre partite tra le tante da ricordare: «La prima è la vittoria col Pavia nei play off di C1: Martelli stracolmo, un delirio collettivo che a pensarci ancora oggi mette i brividi. La seconda è il 3-0 al Verona al Bentegodi: segnai il mio unico gol con la maglia del Mantova, nonchè uno dei pochissimi della mia carriera. Infine l’1-0 alla Juve: ricordo che quella partita non dovevo nemmeno giocarla per via di un infortunio, ma riuscii a rimettermi in sesto giusto alla vigilia. Non volevo perderla: quando mi sarebbe ricapitata un’occasione del genere?». Ma c’è un’altra immagine che è rimasta impressa nella mente di Davide: «Quella partita a porte chiuse al Martelli contro il Lecce, con tutti i tifosi a sostenerci fuori dallo stadio. Al fischio finale siamo usciti subito a salutarli. Ecco, quando parlo di coesione totale tra squadra, società e città, il pensiero corre a quel giorno. Questo per me è stato il Mantova. Ed è ricordando quei momenti che auguro al club e ai suoi tifosi di tornare presto tra i professionisti. Ma che dico: almeno in Serie B! Mantova la merita tutta e lo ha dimostrato».