Calcio dilettanti – Caos Crl, i club insorgono: “Ci hanno svenduto”

Il castiglionese Paolo Loschi tra i consiglieri dimissionari che hanno creato una grande spaccatura nel Crl

MANTOVA Disorientati, traditi, talvolta proprio imbufaliti. I club lombardi non hanno certo gradito il “commissariamento” del Comitato Regionale provocato dalle dimissioni di 9 consiglieri su 15 – sono Arioli, Silini, Teti, Bignotti, il castiglionese  Loschi, rappresentante di Cremona,  Maino e Santagostino, a cui si aggiungono  Gandini (calcio femminile) e  Spadea (Calcio a 5) – in un momento così delicato per la storia di tutto il Paese. Gli effetti di questa decisione («scriteriata e irresponsabile» secondo la vice presidente del Crl,  Paola Rasori) li abbiamo già spiegati ieri: niente elezioni nell’immediato e conseguente “commissariamento” del Crl da parte della Lega Nazionale Dilettanti, che ha nominato reggente  Antonello Cattelan per assicurare la ordinaria amministrazione per il regolare svolgimento delle attività del Comitato. Le società ancor meno hanno gradito la giustificazione dei consiglieri dimissionari, un atto di rispetto – secondo loro – per Baretti che è in ospedale e non avrebbe potuto partecipare alla tornata elettorale del 9 febbraio. «Altro che fedeltà a Baretti – lamentano i club – questi signori dimenticano di essere al servizio delle società che li hanno eletti». E del resto, era stata proprio la Rasori a smontare tale giustificazione: «Hanno consegnato la nostra regione ad una gestione commissariale, usando come pretesto la malattia di una persona che non avrebbe mai e poi mai permesso una cosa del genere, dopo aver dato tutto se stesso per il Comitato negli ultimi 20 anni».
Oltre il danno, la beffa. «Si parla tanto – aggiungono sconcertati i dirigenti – di una Lombardia che deve far valere il proprio peso nell’ambito della Lnd e questi che fanno? Buttano all’aria il Consiglio e ci fanno mandare un reggente da Roma». Il che implica il fatto che la Lombardia non potrà esprimersi alle prossime elezioni della Lega Nazionale Dilettanti e federali. Mentre, come detto, è rimandata la sfida per lo scranno del comitato più importante d’Italia tra  Alberto Pasquali, il “rottamatore” che si propone di rinnovare le istituzioni sportive lombarde, e  Carlo Tavecchio, il “restauratore” che di quelle istituzioni conosce vita, morte e miracoli. Tra l’altro, il reggente Cattelan potrebbe decidere di mandare i club lombardi al voto ben prima del termine dei 90 giorni imposto dal regolamento, con buona pace dei consiglieri dimissionari che vedrebbero così vanificati i loro “sforzi”. E comunque, da un punto di vista elettorale, questi sembrano ormai “bruciati”. Per qualcuno, addirittura «impresentabili».