VILLIMPENTA La Villimpentese, che torna a giocare in Prima Categoria dopo 30 anni, schiererà nella prossima stagione due generazioni di Marconato: papà Paolo, 42 anni e una gloriosa carriera da difensore alle spalle; e il figlio Nicolò, portiere classe 2002 giunto dalla Serenissima. In pratica Marconato senior ha il doppio degli anni del junior. «Quando ero più giovane – racconta il babbo – pensavo che mi avrebbe fatto piacere giocare con mio figlio. Poi ho cominciato a sperarci, visto che la sua passione non è tramontata e io ho tenuto botta. E ora eccoci entrambi qui a Villimpenta. Gli darò qualche consiglio, anche se non sono un portiere: il mio sostegno sarà più morale e psicologico che altro».
«Io sono un vecchietto – continua Paolo – mi rendo utile e cerco di giocare al meglio più partite possibili. Mi diverto ancora, in campo e fuori: siamo un bel gruppo, negli allenamenti ridiamo e scherziamo, ma quando si scende in campo si inizia a fare sul serio. Mister Ciccone sa dosare bene bastone e carota: ha tenuto il gruppo unito, facendo remare tutti dalla stessa parte». «L’anno prossimo, in Prima, mi aspetto più ritmo e qualità. Non essendoci le quote, si può puntare su qualche giocatore più esperto. L’obiettivo della squadra, dopo 30 anni lontani dalla Prima, è la salvezza, ma credo che un piazzamento a metà classifica, o anche in zona play off, possa essere alla portata. La società ha costruito una squadra molto buona sulla carta, anche se il nostro budget non è al livello delle altre». «A livello personale – prosegue Marconato – vorrei giocare qualche partita e dare il mio contributo. Io qualcosa in carriera ho già fatto. Sono partito dalla Serenissima, poi sono andato al Sustinente e all’Ostiglia, dove mister Perboni mi ha lanciato. Sono tornato alla Sere per amore, ma la mia strada è ricominciata a Rivalta dove ho fatto il salto di qualità. La mia carriera è andata poi scemando dopo che mi sono rotto il ginocchio. Da Roncoferraro sono passato alla Villimpentese, poi alla Bagnolese e di nuovo qui a Villimpenta. Una cosa che mi porto dietro è il ricordo di tutti i miei compagni. Con un gruppetto, in particolare, ci siamo frequentati e siamo sempre rimasti in contatto: siamo io, Manuel Pinotti, Enrico Caleffi, Stefano Salardi e Tobia De Battisti. Ho giocato insieme o contro tutti loro, tranne Stefano. Adesso sembra che torni in Prima (lascerà infatti la Castellana neopromossa in Eccellenza, ndr), spero venga qui da noi, ma se dovessi giocarci contro, sarei contento lo stesso».