GOVERNOLO Un passato da kickboxer, un presente da calciatrice della Governolese e un futuro, glielo auguriamo, da allenatrice: non mancano le idee e gli obiettivi alla poliedrica Sara Barbieri, classe 1999, tornata quest’anno ad indossare i calzoncini da esterno delle Piratesse, dopo aver indossato quelli più indicati per le arti marziali. Chi la conosce, assicura che se la cava benissimo in entrambi i casi: «La nostalgia per il pallone – spiega Sara – era già balenata prima della scorsa estate. Poi il diesse Michele Balasini e sua figlia Federica, mia compagna di squadra, mi hanno chiamato e hanno faticato poco a convincermi di tornare sul rettangolo verde». Juventina di fede «ma tifo solo per la squadra femminile – dice -, uno dei miei modelli è il capitano Sara Gama», Sara studia con profitto alla facoltà di Scienze Motorie, presso l’università di Verona. Il riavvicinamento al primo amore, insomma, è anche nell’ottica di poter diventare un giorno un’allenatrice di un’accademia femminile. «Magari qui a Governolo, mai dire mai». Calcio primo amore, dicevamo: sbocciato presto, nella stagione 2010/11 con le giovanili dell’allora Atletico Mantova. Poi esperienze a 7 e a 5, con Bagnolo e San Lazzaro. Il ritorno al pallone, però, non è stato traumatico: «Il difficile – spiega – è stato rientrare in una logica “di squadra” rispetto alla realtà di uno sport individuale com’è la kickboxing. La preparazione non è stata un problema, viste le mie esperienze pregresse. Ho sofferto di più, come tutti, la quarantena. Pur necessaria, non ci voleva, ha spezzato il ritmo – conclude la Barbieri – un’interruzione drastica che si è fatta sentire,. Fortunatamente ho potuto camminare in campagna per non perdere del tutto la forma fisica, sto seguendo un mio programma e, complice la fase 2, sto reintroducendo anche la corsa. Spero di tornare presto a giocare con le Piratesse: a Governolo ci sono stimoli per fare sempre meglio, e nel corso del campionato siamo migliorate a vista d’occhio».