Calcio Serie B – Il mini-mercato del Mantova: linea che vince non si cambia

Simone Giordano
Simone Giordano

MANTOVA Christian Botturi è stato onesto: «Ho deciso io, in accordo con l’allenatore, di spendere soltanto un terzo del budget che mi aveva messo a disposizione Piccoli per il mercato di gennaio». Il direttore tecnico del Mantova ha spiegato anche i motivi, anzi il motivo all’origine della scelta: la fiducia nel gruppo. Gli arrivi di Giordano e Paoletti sono rinforzi che non ribaltano nulla: Giordano è il terzino sinistro che all’Acm serviva, una volta deciso che Panizzi non avrebbe più fatto parte del progetto; Paoletti, invece, è un interessante investimento per il futuro. La linea è la stessa seguita nel gennaio di un anno fa: anche allora Botturi scelse di non stravolgere l’organico. E la scelta venne premiata. Arrivarono Bombagi e De Maio, due elementi esperti. Il loro apporto non fu determinante, ma contribuì comunque alla storica promozione. Bombagi sommò 16 presenze (solo 4 da titolare) con un solo gol, peraltro pesantissimo: quello di Alessandria. Per De Maio, preso per colmare il vuoto lasciato da Suagher, le presenze furono appena 6, ma il francese seppe diventare ben presto un punto di riferimento per lo spogliatoio, tanto da guadagnarsi la riconferma per la stagione successiva. Dunque, il Mantova non si rinforzò in maniera eclatante sul mercato, anche per il timore di compromettere il grande equilibrio che si era creato nello spogliatoio.
La stessa linea la si è adottata quest’anno, anche se lo scenario è diverso. Il Mantova è in Serie B, non è primo in classifica come un anno fa, anzi staziona in una zona ambigua della graduatoria, equidistante da play off e play out. Per questo qualcuno si aspettava operazioni più pesanti dal club di viale Te, per provare a correggere i limiti emersi fin qui. Lo stesso presidente Piccoli ha offerto a Botturi le condizioni per intervenire sul mercato in maniera più consistente. Invece il dt si è preso la responsabilità di farlo ai minimi termini, in modo ponderato, evitando innesti che sulla carta avrebbero potuto colmare qualche lacuna, ma dall’efficacia tutta da verificare nella realtà. Avrà fatto bene? Lo dirà il campo. Certo, per come ha operato fin qui, dare fiducia al dt biancorosso è il minimo che si possa fare.
Il vero colpo di mercato, semmai, il Mantova l’ha fatto trattenendo i migliori giovani. Il Venezia voleva Fiori, e pure i francesi del Metz ci avevano fatto un pensierino. Su Bragantini avevano posato gli occhi il Lecce e il Rapid Vienna. Sondaggi c’erano stati pure per Trimboli e Maggioni, oltre che per i più esperti Brignani e Galuppini. Tutti rimandati al mittente. Perchè, per dirla alla Piccoli, «prima di vendere c’è da salvarsi e fare tanto altro». Da queste certezze riparte il Mantova per affrontare le ultime 14 partite di campionato. Un rischio, forse. Ma calcolato e, si spera, premiante.