Mantova Ora l’accordo è ufficiale: Davis Mensah rinnova col Mantova fino al 2027. Per l’attaccante quarta stagione consecutiva in biancorosso. «Sono felicissimo – spiega – e ringrazio il presidente Piccoli, il direttore Botturi e naturalmente mister Possanzini. Credo di essermelo guadagnato, ma nel calcio nulla è scontato. E il Mantova è sempre una famiglia». Alle spalle, tre stagioni intense, segnate da emozioni forti. «Dopo l’esperienza a Pordenone, non pensavo che avrei più rivisto la Serie B. Il primo anno è stato durissimo, con la retrocessione in D. L’estate dopo ero tra i pochi a essere rimasto, insieme ai miei amici Monachello e Panizzi: siamo stati riammessi e abbiamo vinto il campionato, un miracolo vero. Poi la stagione appena finita, iniziata bene ma con un periodo difficile. In quel momento Possanzini ci ha strigliato a dovere e siamo ripartiti: è finita bene». Il ritorno in cadetteria è stato un banco di prova tosto. «La B è durissima: fai due vittorie, sei da playoff; ne perdi due, lotti per salvarti. Ti fai mille calcoli in testa, ma raramente sono quelli giusti. Nella prossima stagione dobbiamo alzare l’asticella e blindare prima la salvezza: ho buone sensazioni». Trasformato da esterno a centravanti da mister Possanzini, Mensah ormai sente suo il ruolo. «Avrei voluto conoscere prima il mister: Possanzini mi ha cambiato la carriera, mi ha “ringiovanito”. A volte mi chiede in allenamento di tornare a fare l’esterno, ma ormai per scherzo gli dico di no». E’ l’uomo che fa a sportellate e guadagna tanti falli preziosi, non sempre sanzionati a dovere. «Gli arbitri? Sono stati abbastanza giusti, a volte ci sta che non fischino qualcosa, sono umani e possono sbagliare».
Il proposito personale è quello di segnare di più: «L’obiettivo è quello di farne qualcuno di più rispetto ai 2 della scorsa stagione, non certo 3 (sorride). Magari non ho il killer instinct, ma anche se sono nella piena maturità posso ancora migliorare». Oltre a qualche rete in più, ai tifosi Mensah garantisce passione e impegno. «Quello non manca mai, nemmeno nei momenti duri. Ringrazio i tifosi perché ci hanno sempre sostenuto, poi fa parte del gioco ricevere anche delle critiche se le cose vanno male, l’importante è che ci sia rispetto».
E poi c’è una nuova vita, che va ben oltre il campo. Durante la stagione Davis è diventato papà di Lucas, e domani si sposerà con la compagna Beatrice. «Loro mi hanno cambiato la vita. Vivo sulle nuvole: Lucas ha sei mesi, quando mi fa i sorrisini o piccoli gesti mi sciolgo. È già il mio primo tifoso: ha “sentito” qualche gol del papà, voglio approfittare dei prossimi due anni perché, crescendo, possa vederli».
Dopo le nozze, breve luna di miele in Sardegna, ma senza trascurare il lavoro: «Mi alleno col programma che ci ha dato il preparatore e lo farò anche in luna di miele. Non vedo l’ora di ricominciare. Sempre col Mantova, sempre con questa maglia».