MANTOVA Due partite, zero punti, 6 gol subiti che potevano essere molti di più, ultimo posto in classifica in solitudine. I numeri condannano il Mantova, già oggetto di contestazione da una tifoseria coi nervi sempre più scoperti. Ne parliamo con Filippo Piccoli, braccio destro di Maurizio Setti e nuovo socio del club di viale Te. Piccoli ammette la difficoltà del momento, ma chiede sostegno e fiducia.
Partenza peggiore non poteva esserci…
«Certo che no – risponde – . Quelle con Sangiuliano e Novara sono state due gare diverse. Il Novara, in particolare, mi è sembrata una squadra davvero ben attrezzata. Ma questo non sposta i termini: il Mantova è stato poco brillante».
Per quale ragione, secondo lei?
«Guardi, qui è cambiato tutto: allenatore, staff, molti giocatori, modello di gioco e di preparazione. Ci sono concetti nuovi che vanno assimilati col tempo. Bisogna avere un po’ di pazienza».
Ma la tifoseria sembra averla esaurita…
«Lo capisco. Questa è una piazza esigente che già prima era in fibrillazione, figuriamoci ora. Ho apprezzato molto l’appello degli ultras in settimana a venire allo stadio, così come mi ha fatto piacere il sostegno che la squadra ha ricevuto almeno fino allo svantaggio. Quello che posso dire è che abbiamo intrapreso un percorso nuovo e che stiamo facendo di tutto per crescere».
È preoccupato per questa falsa partenza?
«Diciamo che è suonato un campanello d’allarme. Ma, come affermavo prima, il percorso è lungo e noi abbiamo la massima fiducia nelle persone che abbiamo scelto».
Compreso mister Corrent?
«Certamente. Siamo convinti che sia un valore aggiunto per noi. Un allenatore preparato e con grosse qualità che emergeranno. Quindi massima fiducia in lui e nel suo lavoro».
Tornando ai tifosi: questo legame stretto con Verona proprio non va giù…
«Il Mantova non è una succursale del Verona. È una compagine societaria il cui proprietario è il presidente di una squadra di Serie A. Se con quest’altra società si creano sinergie per il bene del Mantova, per me è un fatto positivo. Che poi le persone che operano per questa sinergia siano di Mantova, di Verona o di Milano, non ha nessuna importanza. A me interessa che siano capaci. Sa quanti curricula mi sono arrivati da Mantova per le figure che stiamo cercando? Zero. Persino per il fotografo: qualcuno si lamenta perchè abbiamo scelto un professionista veronese… ma la verità è che non abbiamo trovato nessun mantovano».
Domani si torna in campo, a Busto con la Pro Patria: cosa si aspetta?
«Siamo consci che bisogna fare risultato. Non ci possiamo permettere altri passi falsi. Certo non siamo nemmeno fortunati, e mi riferisco agli infortuni di Monachello e Pedrini. Due perdite gravi per noi».
Che messaggio vuole lanciare alla piazza?
«Rinnovo l’appello a darci fiducia, sia sotto l’aspetto sportivo che societario. Abbiamo intrapreso un percorso secondo me sano e che ci porterà a risultati importanti. Mi rendo conto che sono tutte belle parole, destinate ad avere un senso solo se legate ai risultati. Ma, credeteci, ce la stiamo mettendo tutta e non ci fermeremo alle prime difficoltà».