Mantova Non è stata una stagione fortunata per Simone Minincleri. Approdato a Mantova come specialista in promozioni in C (quattro nei cinque anni precedenti), il centrocampista pugliese ha chiuso anzitempo il campionato per la rottura del crociato nel match di Caravaggio. Era il 18 aprile.
La prima domanda è d’obbligo: come stai?
«Bene. La prima fase post-infortunio è passata: non uso più le stampelle e ho iniziato la riabilitazione».
E il morale com’è?
«L’essere tornato a Barletta, in famiglia, mi ha aiutato. Questo è il primo infortunio serio che ho subìto in carriera e devo dire che ho ricevuto un sacco di affetto: prima di tutto dal Mantova e dai suoi tifosi; ma anche da persone che avevo conosciuto a Siena, a Piacenza e in altri posti dove ho giocato. Molti di loro non li sentivo da tanto. Ne vado fiero. È questa la medicina migliore per tornare più forti di prima».
Appunto, quando tornerai?
«Spero tra ottobre e novembre».
Torniamo alla stagione appena conclusa. Bilancio?
«Sarà ricordata con grandissimo rammarico. Colpa di due partite: Rezzato e Pro Sesto».
In che senso?
«La premessa è che abbiamo trovato una squadra, il Como, quasi perfetta. In questi casi a fare la differenza sono i dettagli. Ecco, a Rezzato ci è girato tutto storto: la partita era nata male già in settimana, pronti via e abbiamo preso un gol fortuito, poi abbiamo cercato il pari ma, nonostante l’impegno, non c’è stato verso».
E nella finale play off con la Pro Sesto cos’è accaduto?
«Lì non ero in campo, quindi parlo da spettatore esterno. Forse abbiamo pagato la tensione del giocarsi tutto in una partita. E forse anche la stanchezza dopo una stagione tiratissima».
Quali sono invece i momenti da ricordare?
«Ne scelgo due. La vittoria col Como all’andata; e quella con la Pro Sesto al ritorno, con un mio gol su rigore. Grazie a quel successo sorpassammo il Como e tornammo primi. Che festa».
Cosa ti ha lasciato quest’annata?
«Mi ha fatto conoscere una tifoseria eccezionale, con una grande passione per il Mantova. Capisco l’amarezza di questa gente, che negli ultimi anni ha dovuto ingoiare tanti bocconi amari. Poi mi lascia un gruppo di ragazzi eccezionali, uniti e compatti. Una menzione speciale anche per mister Morgia, che ha compiuto un grande lavoro dando un’identità alla squadra».
Dove sarai l’anno prossimo?
«Sono vincolato al Mantova. Ho parlato e parlerò ancora col direttore Righi, che tra l’altro voglio ringraziare per il sostegno post-infortunio. Io un’idea ce l’ho: mi piacerebbe rimanere. Ero venuto a Mantova per andare in C, ma non ci siamo riusciti. Così mi è rimasto un senso d’incompiuto. Voglio completare l’opera».