Mantova Quarantotto ore dopo quella che definisce la “quarta mazzata” (la più pesante), Massimo Morgia non ha ancora assorbito il colpo. Alla delusione per la mancata vittoria dei play off, si è aggiunta l’amarezza per le accuse rivolte da alcuni tifosi alla squadra, nel post-partita e sui famigerati social network.
«La più grossa delusione della mia carriera – racconta l’allenatore del Mantova – l’ho provata 20 anni fa, quando guidavo il Palermo. La squadra era retrocessa in C2, la depressione era al massimo. Poi fummo ripescati, disputammo un campionato di altissimo livello riportando 30mila persone alla Favorita. Perdemmo il campionato per un punto alla penultima giornata e i play off col Savoia finendo la partita in 8. Ero talmente affranto che la sera stessa della finale rimisi il contratto nelle mani del presidente». Le analogie con quanto accaduto quest’anno sono parecchie: «Anche a Mantova – continua Morgia – siamo riusciti a ricreare entusiasmo, grazie a una società solida e ad una squadra che ha saputo vincere un numero incredibile di partite. Ma in 45 giorni abbiamo preso quattro mazzate: Matelica in Coppa Italia, Rezzato e Sondrio in campionato, Pro Sesto ai play off. Per questo mi sento a pezzi. Tutto mi è cascato addosso».
E qui sta il punto. A Morgia non è andata giù la reazione di una parte della tifoseria: «Accetto ogni critica: che siamo scarsi, che abbiamo giocato male, che ho sbagliato i cambi. Ma, per favore, lasciamo da parte le insinuazioni e i complottismi. Non si può mettere in discussione l’impegno e la professionalità dei miei giocatori. Questo non posso accettarlo. Siamo stati protagonisti di un’annata eccezionale: mai il Mantova nella sua storia aveva fatto tanti punti. Certo, non abbiamo vinto il campionato nè la Coppa Italia nè i play off. Ma abbiamo sempre dato tutto. Chi mette in dubbio questo mi ferisce. È un atteggiamento tipico del calcio italiano, che da sempre combatto. E che va superato, se si vogliono creare i presupposti per vincere. Se vi ricordate, l’unica volta che mi sono arrabbiato quest’anno è stato dopo la sconfitta in campionato con la Pro Sesto, perchè avevo visto facce scoraggiate nello spogliatoio. Da allora i ragazzi hanno sempre mantenuto l’atteggiamento giusto. Solo domenica si sono fatti prendere dalla paura, probabilmente figlia delle “mazzate” di cui parlavo prima».
Interrogato su quale mossa non rifarebbe, Morgia ne cita una: «Tornassi indietro, a Como giocherei con 5 attaccanti e non con un difensore in più. Ho impostato la partita per non perdere e invece è andata male».
Tutti si chiedono che ne sarà del tecnico biancorosso: lo rivedremo sulla panchina del Mantova o no? Lui temporeggia: «Non dipende da me. In questo momento cerco risposte da me stesso e, finchè non le ho, non posso pensare al prossimo anno. Per lavorare mi serve l’entusiasmo, mentre ora sono sotto un treno. Posso solo dire che, risultato finale a parte, sono strafelice della stagione che abbiamo condotto: sono stato me stesso, ho portato avanti le mie idee e il mio calcio. Per il resto si vedrà».