Tiro con l’arco – Lucilla Boari: “Il bronzo olimpico è solo l’inizio”

RIVALTA SUL MINCIO Lucilla Boari festeggiata dai suoi concittadini; un momento che ha riservato non poche emozioni a tutti i presenti, a partire proprio dalla campionessa locale. L’azzurra ha fatto il suo ingresso nel campo di tiro con l’arco – allestito in riva al Mincio all’indomani del suo 4° posto alle Olimpiadi di Rio – tra gli applausi dei numerosi presenti. Tutti a complimentarsi, e lei, con il sorriso che evidenza una solarità contagiosa, ha risposto a ognuno senza nascondere l’emozione per l’affetto ricevuto. Tanti applausi, foto e selfie. «Sono felice – afferma la giovane arciera delle Fiamme Oro – di questa testimonianza d’affetto. Ringrazio il Comune di Rodigo e i miei concittadini per la festa che hanno organizzato in mio onore». Al collo la medaglia di bronzo conquistata a Tokyo, che per tutte le persone che la circondano ha il medesimo valore dell’oro: «È un bronzo importante perché è la prima volta che in ambito femminile l’Italia conquista una medaglia nell’arco, quindi sono davvero felice e onorata di aver colto questo risultato. Fin da piccola ho sognato di gareggiare alle Olimpiadi e una volta raggiunto questo obiettivo puntavo a salire sul podio. Oggi indosso questa medaglia, ma è ovvio che si tratta solo di una tappa del mio percorso».
Quando sei in pedana c’è qualcosa che ti aiuta a concentrarti?
«Ci sono tanti escamotage; si può pensare al ritmo di una canzone o anche a nulla. La cosa più importante e la condizione in cui mi trovo meglio è quella di restare determinata sull’azione che sto compiendo addirittura isolandomi per qualche istante dal contesto che mi circonda. Che si tratti di un allenamento oppure una gara o una finale olimpica».
Il tiro con l’arco sembra uno sport che non richiede sacrifici, ma nella realtà servono ore ed ore di allenamento per riuscire a migliorare la propria condizione fisica…
«Tutti gli sport hanno dentro di loro tanti sacrifici e tanto allenamento. Ripeto, ci vuole molta determinazione e costanza in quello che si fa. Il momento decisivo è senza dubbio lo scatto del clicker e comunque il rilascio della freccia; in definitiva si lavora molto per quell’attimo in cui la freccia parte per raggiungere il bersaglio. Attimo che deve essere il più pulito e preciso possibile. Avversarie temibili e vari aneddoti? Questa edizione delle Olimpiadi è talmente particolare e bizzarra che rimarrà nella storia. Per quel che riguarda l’avversaria più pericolosa, senza dubbio me stessa. Ciò che provi interiormente in quei frangenti è l’ostacolo maggiore che devi superare per ottenere il risultato desiderato, non tanto quello che ha fatto l’avversaria con il suo tiro».
Paolo Biondo