SUZZZARA “Ripensare il lavoro, ripensare la sicurezza, ripensare le relazioni industriali per essere all’avanguardia in un futuro che la pandemia ha reso ancor più di prima incerto». Così la pensa Omara Cattaneo, segretario Fim Cisl Asse del Po, riguardo la futura riapertura dello stabilimento Iveco di Suzzara.
«Il collante, la vera priorità – afferma Cattaneo – è riscrivere il rapporto fiduciario tra imprenditore e collaboratore, dove la persona, la sua salute e la sua sicurezza diventino il perno centrale, fondamenta imprescindibile dell’organizzazione del lavoro e della produttività. Ritengo che all’Iveco di Suzzara non sia prioritario definire quando si riaprirà, ma quando e come la riapertura garantirà serenità e tranquillità ai lavoratori. Il luogo di lavoro deve diventare più sicuro della propria abitazione e il presupposto per centrare questo obiettivo è iniziare con piccoli passi, in modo crescente, mettendo lo stabilimento in condizione di iniziare monitorando quotidianamente il passaggio dalla fase teorica alla pratica. Le linee guida, condivise e sottoscritte a livello nazionale da tutte le sigle sindacali, Fiom compresa, nello stabilimento mantovano, rappresentano uno schema operativo d’azione, un aiuto per approfondire eventuali deficienze aziendali e possibili limiti che lo stabilimento ha evidenziato nell’impatto con il contagio.
«Innanzitutto auspico che – precisa il segretario -, grazie all’evoluzione degli studi virologici e le nuove indicazioni delle autorità pubbliche, si possano promuovere test sierologici nel breve, nel rispetto della privacy e con la regolamentazione delle prassi da seguire una volta analizzata in forma anonima la situazione di tutti i collaboratori alla luce dei risultati dei test. Inoltre tutti gli ambienti dello stabilimento hanno l’obbligo di ripresentarsi con un look nuovo, frutto delle attività di pulizia, igienizzazione e, qualora fosse accertata la presenza di un caso di Covid-19, sanificazione con conseguente ventilazione dei locali. Nulla deve essere lasciato al caso o senza certezza e proficuo in questa ottica risulta il confronto che prosegue da diversi giorni fra organizzazioni sindacali e direzione. La verifica, gli interventi riguardano lo stabilimento in toto, aree perimetrali comprese, dalle postazioni di lavoro ai servizi di igiene della persona, dalle aree relax alla mensa, dai termoventilatori ai mezzi di servizio ed alle aree assegnate ai fornitori. Non dovranno nemmeno mancare formazione e informazione a tutti i livelli.
«Ricominciare nei modi e nei tempi giusti per salvaguardare la persona è fondamento semplice e non banale. Da questo assunto le persone fragili, che, ad esempio, hanno patologie pregresse che mettono fortemente a rischio la loro salute nell’attuale cambiamento comportamentale globale, devono avere tutele prioritarie. Ridisegnare – conclude il sindacalista – la produzione e la vita all’interno dello stabilimento, con tutte le accortezze necessarie, con l’impegno di prevedere la modifica dell’organizzazione del lavoro al fine di garantire la distanza di almeno un metro fra dipendenti, mantenere e promuovere ancora di più attraverso la regolamentazione fra le parti lo smart-working e via dicendo per la sicurezza di tutti: da qui, in questo momento, bisogna ripartire».