Mentre la questione dello ius scholae ha rischiato di spaccare la destra di governo, c’è comunque un dato di fatto: se non ci fossero gli alunni stranieri lo spopolamento delle nostre scuole sarebbe ancora più drammatico. Ormai sono presenza fissa e numerosa nelle nostre scuole: ragazze e ragazzi senza cittadinanza italiana, sebbene spesso e volentieri nati qui ma da genitori di nazionalità estera. Al punto che in 1 scuola su 12 rappresentano più del 30% degli alunni complessivi. E a livello di percentuale di presenze straniere tra i banchi, la provincia di Mantova è per un soffio giù dal podio con un 21,1% che la piazza al quarto posto a livello nazionale. Questa presenza del resto si concentra soprattutto nel Centro-Nord – la sola Lombardia ne ospita quasi un quarto – e vede studenti originari soprattutto da Romania, Albania, Marocco, Cina e Ucraina, che presi assieme rappresentano quasi la metà del totale. La Lombardia è dunque la regione con i numeri più elevati: 231.819 studenti stranieri pari al 25,3% del totale, laddove gli studenti italiani lì rappresentano soltanto il 15,5% del numero nazionale. Per quel che riguarda le province, in cima alla graduatoria, in numeri assoluti, rimane Milano con 82.396 studenti e un incremento di 2.207 unità rispetto al 2021/2022, ma se si osserva la situazione su base percentuale, a livello provinciale, è Prato la prima della classe, laddove gli alunni di origine migratoria rappresentano il 28,0% del totale. A seguire, le province di Piacenza (25,2%), Parma (21,3%) e Mantova (21,1%). La crescita di alunni stranieri è costante, come rivela lo stesso Mim in un report appena pubblicato, da cui il portale Skuola.net ha estrapolato i passaggi più interessanti. Nel 2022/2023 – ultimo anno scolastico di cui si hanno i dati definitivi – sono stati 914.860 gli alunni stranieri che hanno frequentato le scuole italiane. Con un incremento, rispetto all’anno precedente, di ben 42.500 unità (+4,9%). Numeri che si traducono nell’11,2% del totale degli iscritti – circa 8 milioni – dalla scuola dell’infanzia alle superiori (nel 2021/2022 erano stati il 10,6%). Con dei picchi del 12,5% nella scuola dell’infanzia e addirittura del 13,3% alla primaria (le elementari). Nello stesso periodo gli studenti italiani sono calati del 2%.