RODIGO – Legambiente dice si al nuovo impianto di produzione d’energia attraverso il Biometano; una parte dei cittadini di Rodigo non è del tutto convinta. In mezzo c’è il Comune che, da parte sua, è impegnato a favorire l’informazione affinché si vadano a dissipare tra i cittadini i dubbi esistenti.
Assai partecipato è stato l’incontro pubblico, promosso dal Comune e svoltosi mercoledì sera nel salone centrale di Villa Balestra a Rodigo, dedicato appunto all’investimento che dovrebbe realizzarsi alle porte del territorio rodighese al confine con quello di Gazoldo degli Ippoliti.
Nell’intervento introduttivo il sindaco di Rodigo, Gianni Grassi, ha sottolineato l’impegno posto in essere dall’amministrazione comunale affinché i cittadini dispongano di tutti gli elementi utili a comprendere a pieno sia l’entità del progetto presentato sia i suoi effetti sul territorio compresi quelli di natura ambientalistica e paesaggistica.
aDopo i due incontri – spiega il primo cittadino rodighese – avvenuti nei giorni scorsi con i cittadini a Rodigo e a Rivalta l’amministrazione comunale ha mantenuto la promessa fatta in tali contesti per la convocazione di un nuovo momento di confronto con il quale rispondere a domande più tecniche. Così è stato».
Per fornire gli elementi utili a comprendere la situazione e a rispondere alle domande dei presenti vi erano i tecnici di FemoGas, ditta veneta che ha già creato strutture simili nel vicentino e che dovrebbe realizzare l’impianto di Rodigo, Stefano Svegliado, amministratore delegato, e Claudio Ferri, direttore di produzione.
Con loro vi erano anche Luigi Di Lazzaro, presidente regionale e responsabile innovazione industriale di Legambiente Vento, e Damiano di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia.
Costoro dopo aver spiegato il modello virtuoso di economia circolare collegata agli impianti di Biometano alimentati principalmente da liquami bovini hanno risposto a tutte le domande del folto pubblico.
In particolare è emerso che questi impianti funzionanti con i reflui zootecnici sono nelle condizioni di produrre biometano agricolo che da un lato è una fonte di energia rinnovabile e dall’altro trasforma i residui della lavorazione in un prodotto fertilizzante a basse emissioni in atmosfera.
Secondo gli esponenti di Legambiente l’Italia deve accelerare il passo nell’autorizzazione degl’impianti di biometano, colmando così il deficit impiantistico presente in tutto il Paese.
Decarbonizzare il settore trasporti, ottimizzare la raccolta differenziata e degli scarti agroalimentari, ridurre il problema degli spandimenti, sono i principali vantaggi ambientali che secondo Legambiente vanno nel segno dell’economia circolare.







































