MOTTELLA (San Giorgio Bigarello) – A tutto gas in auto per la zona industriale di San Giorgio Bigarello, più precisamente in via del Progresso, la strada che dalla rotonda dell’Iper Martinelli conduce ai giganteschi capannoni azzurro-glicine dell’ex Sti.
È lì che sabato sera decine di auto si sono date appuntamento per improvvisare gare di ripresa e pericolosissimi testacoda. Vetture truccate e ribassate, di ogni marchio, che oltretutto hanno messo a rischio l’incolumità degli “spettatori” assiepati ai lati. Lo show imprudente non è passato inosservato per chi tra le 23 e poco prima di mezzanotte si è trovato ad imboccare la rotonda alle porte di Mottella.
Alcuni hanno saggiamente allertato il 112, al pari di qualche impavido cittadino che tenendosi a debita distanza ha documentano col cellulare le derapate dei più accaniti.
Sul posto sono arrivate le volanti della Polizia e dei carabinieri, ed è stato grazie al loro intervento se è stata ripristinata la normalità di tutta la zona.
«Abito a 200 metri in linea d’aria da quella strada – racconta alla Voce una donna che risiede poco lontana – ma per quasi un’ora è stato impossibile riposare tra derapate e auto che sfrecciavano a velocità elevate. In effetti era già successo tempo fa, ma si trattava di poche vetture e quindi anche il rumore che ne derivava era minore. L’altra notte invece (sabato per chi legge, ndr) c’era una fila lunghissima di macchine». Rumori fortissimi e sempre più intensi che hanno toccato l’apice verso le 23.30, incuriosendo ma al tempo stesso lasciando basiti persino chi transitava sulla SS 10 Padana Inferiore, con i disagi che ne conseguono e con un inquinamento acustico non indifferente. «Abbiamo rallentato per cercare di capire cos’era quel marasma di gente che s’intravedeva in prossimità della rotonda – segnalano due amiche che stavano tornando dalla festa paesana di Ghisiolo – e quando abbiamo abbassato il finestrino siamo rimaste colpite dal rombare dei motori e dallo stridìo delle gomme delle automobili. Si respirava come una puzza di bruciato». Ora è caccia alle storie Facebook e Instagram per cercare di identificare i responsabili del raduno clandestino di sabato sera, specie coloro che erano riusciti ad andarsene poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.
MATTEO VINCENZI








































