MANTOVA Il tratto di Mincio tra Pozzolo di Marmirolo e Volta Mantovana è stato teatro nel pomeriggio di oggi di una complessa operazione di salvataggio di due esemplari di Cigno reale (Cignus olor) messi in grave difficoltà da un filo da pesca armato con accuminati ami, abbandonato alla deriva nelle acque del fiume. Uno degli ami ha uncinato il becco di mamma cigno, il filo ha poi avvolto lei e uno dei suoi piccoli che a sua volta aveva ingerito l’amo. Per il recupero dei due animali, feriti e spaventati, è intervenuta una GEV del Parco del Mincio ma si è reso necessario anche l’intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco. Mamma cigno ora è in salvo ma il piccolo aveva l’amo conficcato in gola in profondità e la GEV lo ha consegnato alle cure del veterinario del Centro di soccorso fauna selvatica che ha sede a Parcobaleno, a Mantova, dove stanno facendo il possibile per salvarlo.
A Pozzolo di Marmirolo tutti ammiravano la famiglia di cigni: la coppia di genitori e la loro super nidiata di nove cuccioli, sfilare quotidianamente lungo le acque del fiume. Il maschio della coppia è stanziale nella zona da tempo e risponde ai richiami delle persone che gli hanno pure assegnato un nome proprio, Italo, al quale risponde con puntualità.
“Una forma di armonia stravolta da una banale distrazione o, peggio, noncuranza, compiuta da un essere umano – commenta Maurizio Pellizzer, presidente dell’ente Parco del Mincio che ribadisce anche un appello, già più volte lanciato in passato -: la raccomandazione che è necessario fare, e a gran voce, è di non abbandonare nelle acque del Mincio o sulle rive nessun materiale utilizzato per la pratica della pesca. I cigni si alimentano immergendo il collo in acqua ma anche altri animali vengono messi in pericolo dai fili da pesca”. Lo scorso anno, spiega il veterinario Davide Aldi, nella stessa zona è stata trovata una Strolaga, specie assai rara, intrappolata in un filo da pesca e purtroppo non più in vita. Una fine atroce che si può evitare ad atri animali.