Agguato a un manager dell’Iveco: condannati

tribunale di mantova

MANTOVA –  Lo avevano preso alle spalle mentre rincasava di sera: uno incappucciato lo aveva colpito con diversi pugni al volto, mentre il complice, anche lui a volto coperto, faceva da palo. La vittima aveva cercato di inseguire i suoi due aggressori che aveva visto fuggire su una Bmw X5 al volante della quale c’era una terza persona che li aspettava con il motore acceso. I presunti autori di questa aggressione avvenuta a Mantova in viale Sabotino la sera del 13 novembre 2019, ieri sono stati condannati a un anno e 8 mesi di reclusione a testa, pena sospesa. Si tratta di  Walter Petrocelli e  Antonio Melchiorre, il primo un imprenditore, un suo collaboratore il secondo, entrambi foggiani. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, i due avevano aggredito un manager dell’Iveco,  Antonio Cetera, responsabile dell’area della manutenzione dello stabilimento di Suzzara, che aveva riportato lesioni per una prognosi di 15 giorni. Lesioni era di fatto il reato contestato ai due imputati, per una prognosi che è poi stata certificata in 30 giorni. Le indagini erano scattate immediatamente dopo l’aggressione, che fin da subito era sembrata una vera e propria spedizione punitiva. Una volta terminata l’aggressione i due sconosciuti se n’erano andati senza prendere nulla alla loro vittima: né il telefono che teneva in mano, né lo zainetto che aveva in spalla. Il caso, visto l’ambito in cui si era verificato il fatto, veniva affidato agli agenti della Digos della questura di Mantova, che avevano ben presto identificato uno degli autori di questo agguato visto che aveva noleggiato la Bmw X5 usata per la fuga, e soprattutto scoperto che il movente era per questioni lavorative, visto che il professionista è responsabile della gestione delle ditte esterne operanti per l’Iveco; una ritorsione dell’imprenditore foggiano che proprio dal manager aveva ricevuto un richiamo formale per dei lavori eseguiti male. Durante la sua requisitoria il Pm  Elena Pacchioni ha rimarcato il fatto che le clele telefoniche degli imputati erano state agganciate nella zona dell’agguato, e ha chiesto infine una condanna a un anno e mezzo di reclusione per entrambi. Argomento, quello delle celle telefoniche, contestato dall’avvocato  Francesco Americo, difensore dei due, che ha già annunciato che impugnerà la sentenza in appello una volta lette le motivazioni, che saranno disponibili entro 75 giorni.