MANTOVA I Comitati Regionali dell’Area Nord sono sul piede di guerra: nella riunione dello scorso 27 luglio, due le questioni importanti sul tavolo. In primis la questione riguardante i protocolli, che così come sono non consentono lo svolgimento della normale attività. In secondo luogo la ventilata riforma dello Sport che il ministro Vincenzo Spadafora ha tutta l’intenzione di portare avanti: tra le proposte, l’abolizione del vincolo sportivo, da sostituire, probabilmente, con una cifra fissa parametrata, così come succede per i premi di preparazione.
Protocolli inadeguati – Secondo i presidenti (per la Lombardia Baretti) non è rinviabile la modifica sostanziale dei protocolli della Figc per la ripresa dell’attività calcistica, giovanile e dilettantistica, in totale sicurezza. Basterebbe, dicono, adeguarle a quelle regionali, che permettono lo svolgimento degli sport di squadra e di contatto, a differenza del famigerato protocollo Figc, che risale ormai ai primi di giugno. E non è più attuale. Sì può ripartire con l’attività sportiva, mantenendo alcune regole: sarebbe importante anche per sperimentare i comportamenti da tenere nel caso di una seconda ondata di Covid. Nell’attuale situazione si vive il paradosso di poter giocare a calcio sul campetto pubblico o ai giardini, ma di non poterlo fare in un campionato ufficiale Figc, dove i controlli sarebbero maggiori. Assurdo.
Vincolo, pronti ad azioni clamorose – L’altro argomento scottante, dicevamo, è la paventata eliminazione del vincolo sportivo. Le società sono pronte ad una mobilitazione clamorosa, anche per salvaguardare il proprio patrimonio e i propri investimenti. Disponibilità, a quanto pare, per discutere una rimodulazione della norma ci sarebbe, ma trasformare il vincolo in un parametro fisso che non tiene conto della valorizzazione dell’atleta (anche in termini economici), sarebbe un chiaro disincentivo a investire nei settori giovanili. Inoltre, lo statuto attuale della Figc ha già previsto la riduzione della durata di detto vincolo dagli attuali 25 anni ai 24 anni per la prossima stagione. Altro problema non da poco: le Società dilettantistiche necessitano ogni anno di poter disporre di un numero minimo di tesserati sicuri per poter programmare la propria attività. Come ha sottolineato anche il Presidente Sibilia, in caso mancasse questa condizione molte Società non riuscirebbero ad iscriversi tempestivamente ai rispettivi campionati. La posizione dei comitati regionali è quella dunque di mantenere il vincolo sportivo come previsto dall’attuale normativa federale. Il braccio di ferro continua, la tensione potrebbe ulteriormente alzarsi qualora non ci fosse la volontà di ascoltare le ragioni (sacrosante) di chi il mondo dilettantistico lo conosce.