MANTOVA Occorre sensibilizzare e promuovere l’utilizzo dei beni confiscati alla mafia presenti nel territorio. È il messaggio del prefetto di Mantova Gerlando Iorio espresso nell’ambito della tavola rotonda che si è tenuta alla Casa del Mantegna, organizzata dal Coordinamento Provinciale sulla legalità. Insieme al prefetto sono intervenuti il presidente della Provincia Carlo Bottani e il senatore Luigi Gaetti, presidente del Coordinamento Provinciale sulla Legalità. In sala erano presenti diversi rappresentanti degli enti comunali del territorio a cominciare dall’assessore alla legalità del Comune di Mantova Alessandra Riccadonna ma anche il consigliere regionale Marco Carra e il segretario della Camera di Commercio Marco Zanini. “Fino a qualche tempo questi beni erano visti come una grande opportunità di riscatto e di recupero per il territorio”, ha affermato il prefetto. “negli ultimi anni invece c’è una riflessione più pessimistica legata a un dato di fatto oggettivo: l’acquisizione difficoltosa e la gestione che si risolve troppo spesso in un onere soprattutto per gli enti locali. Questo scoraggia i comuni a farsi carico di queste strutture. Come affrontare questo disinteresse? Stiamo operando in una chiave di sensibilizzazione. L’interesse all’acquisizione e al recupero deve però partire dal basso, dal territorio. Per questo le Prefetture devono avere un ruolo propulsivo per far conoscere lo stato dei beni e individuare lo sbocco per il loro migliore utilizzo”. Libera ha realizzato una ricerca sui soggetti gestori del Terzo Settore che riutilizzano beni confiscati: ci sono associazioni, cooperative sociali, enti ecclesiastici, fondazioni private e di comunità, Ats, scuole, consorzi di cooperative, enti pubblici, gruppi scout, società e associazioni sportive, comunità, enti di formazione e ordini professionali. “La gradualità è importante e più efficace di un fuoco effimero”, ha detto Bottani, “la diversificazione dell’offerta può permettere una maggiore integrazione, per la fattibilità degli interventi serve fare sistema per mettere a reddito sociale le confische”. Attualmente non tutti i 108 beni confiscati in provincia di Mantova sono tornati in uso alla collettività. “Sono necessarie sinergie tra Comuni, Prefettura e Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a Milano per creare progettualità concrete nell’interesse della comunità”, ha dichiarato Gaetti, “la confisca dei patrimoni ai mafiosi fu un’intuizione di Pio La Torre, che pagò con la vita questa proposta”.