Gli arazzi di Raffaello del Ducale finalmente in restauro

MANTOVA – Palazzo Ducale già da tempo ha promosso un importante intervento manutentivo o meglio di restauro conservativo, sugli splendidi arazzi conservati dalla fine del Settecento nell’appartamento che da loro prende il nome: l’appartamento degli Arazzi. Il lavoro, che si svolge sotto la direzione ad interim del Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova, di Emanuela Daffra, riguarda sette dei nove tessuti, tutti alti cinque metri e larghi tra i 5,8 e i 7,7 metri. Due della serie, infatti, hanno già avuto degli interventi di manutenzione nel corso dell’ultimo decennio. Il progetto è co-finanziato dal Comitato Nazionale per le celebrazione del 500° di Raffaello e si pregia del supporto di Fondazione Banca Agricola Mantovana. L’impegno complessivo si avvicina ai 150.000 euro e avrà una durata di 14 mesi: si concluderà non prima dell’estate 2021. L’appalto è stato vinto dalla ditta di restauro di Tiziana Benzi, da diversi anni specializzata in questa tipologia di interventi. Oltre alla disinfestazione degli ambienti, iniziata già a maggio, quando il Museo era ancora chiuso al pubblico, l’intervento comporta lo smontaggio dei maestosi tessuti dalle pareti, un intervento di pulitura e soprattutto la verifica puntuale degli aspetti strutturali dei tessuti, per garantire la conservazione dei panni, acquistati a Bruxelles – nel 1550 circa – dal cardinale Ercole Gonzaga, il quale li destinò dapprima al duomo, poi a Santa Barbara, dalla quale i tessuti furono portati in Palazzo Ducale alla fine del Settecento. Alla fine del restauro gli arazzi torneranno nel loro sito e nelle condizioni espositive progettate nel XVIII secolo da Paolo Pozzo, ma resi più solidi e leggibili dal restauro. Questo si svolgerà, appena possibile nel rispetto delle misure restrittive alla visita, in Palazzo Ducale: si tratterà quindi di un vero e proprio laboratorio aperto, anche con finalità didattiche e visitabile dal pubblico. Gli arazzi saranno tutti smontati dai loro telai, cosa che non avviene da un secolo, ovvero dal 1919, quando i tessuti tornarono a Mantova dall’Austria, in seguito alla prima guerra mondiale, poiché gli Asburgo li avevano portati via da Mantova nel 1866. Con lo smontaggio sarà possibile finalmente prendere visione delle “cimose”, ossia le fasce (di colore blu scuro) perimetrali dei panni, su cui sono tessute non solo la marca di Bruxelles, che permette di datare gli arazzi dopo il 1528, ma anche le marche dei singoli arazzieri, che potranno essere finalmente studiate per chiarire chi realizzò questi preziosi panni, dai cartoni di Raffaello. Sarà possibile quindi confermare la paternità della serie mantovana, ovvero scoprire nuovi nomi.