Il grande rebus del Podestà: mancano 10 milioni per finirlo

MANTOVA I lavori del primo lotto funzionale stanno per finire, ma Palazzo del Podestà è ben lontano dal trovare compimento e destinazione d’uso. I quasi 30 milioni spesi sinora per il suo recupero sono serviti per mettere in sicurezza la struttura medievale peraltro sinistrata dal sisma del 2012, nonché per renderlo agibile in tutte le sue parti e per adempiere alle prescrizioni delle Belle Arti in materia di recupero delle sale affrescate o comunque interessate da elementi di interesse artistico.
I veri problemi però partono adesso. Nel piano triennale delle opere pubbliche licenziato dalla giunta Palazzi con il “Dup”, il documento programmatorio dell’ente, il Podestà figura fra le opere di non primario interesse. Per concluderne il 2° lotto, con tanto di arredi e impianti e destinazione, servono altri 9,6 milioni, che allo stato dei fatti non ci sono, e che via Roma spera di recuperare da qualche bando. Ma per farne cosa?
Su questo interrogativo permangono solo ipotesi e voci di corridoio vaghe. Sulla carta, il palazzo è ancora “sede di rappresentanza del Comune”; nei fatti, quelle 200 stanze su 8 livelli erano e rimangono una vera incognita. Per questo forse non c’è fretta di finirlo.