MANTOVA Le cose belle si fanno attendere. Ma almeno questa, dopo qualche traversia, è arrivata e soprattutto potrà essere ammirata dal pubblico da domenica 6 ottobre: si tratta del dipinto di Giulio Romano Due amanti, ieri tolto dalla cassa dentro cui ha viaggiato dal Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e collocato in una delle sale espositive della mostra Arte e desiderio a Palazzo Te. L’opera torna a Mantova dopo la grande esposizione del 1989 e porta con se alcune peculiarità, tra cui il mistero della scena affrescata, come illustrato dalla curatrice Barbara Furlotti.
Il quadro, probabilmente commissionato da Federico II, anche se non esistono fonti documentali in proposito, faceva parte della collezione di Vespasiano Gonzaga, viaggiò poi in diverse zone d’Europa, per giungere, da Roma, all’Ermitage.
La vera natura del soggetto è dibattuta: ambientazione amorosa o frammento di vita da un bordello? L’ipotesi avanzata è un’altra, ossia che si tratti di una scena teatrale, impostata secondo la moda degli anni Venti e Trenta del Cinquecento, che richiami sì l’erotismo, ma pure la burla. A corroborare la validità di tale interpretazione anche la presenza della vecchia, accanto alla coppia di amanti, che rafforza il gioco di contrasti presente nell’immagine.
Anche perché Palazzo Te era più un luogo istituzionale che di incontri segreti, anche se la versione romantica piace naturalmente di più al pubblico.
Nella sala dove è esposto il dipinto Due amanti è installato anche uno splendido arazzo cinquecentesco, il più antico della collezione del Metropolitan Museum of Art di New York.
Fa parte di una serie di opere che raffigura la storia tra Mercurio ed Erse, realizzato con fili in oro e argento.
Tensione ma ovviamente grande soddisfazione, in questo frangente, per il sindaco Mattia Palazzi, poiché Arte e desiderio è una mostra internazionale, con prestiti dai musei più importanti del mondo, che negli anni hanno negato ad altre esposizioni prestiti importanti, radunati invece adesso a Mantova.
Inoltre la mostra è il frutto di un lavoro complicato ma riuscito di collaborazione tra Stato e Comune, che ha dato la possibilità di arrivare per la prima al biglietto unico per le due esposizioni di Palazzo Te e Palazzo Ducale.
Che apriranno i battenti già domenica e fino al 6 gennaio 2020. (Ilperf)