La ex ritratta ma il giudice non fa sconti

MANTOVA Sberle, pugni, calci, sputi, e poi ancora insulti, minacce di morte anche di fonte al loro bambino di 5-6 anni che a sua volta non era esente dalle minacce del padre. Un inferno durato almeno due anni e che era andato avanti anche quando lei lo aveva lasciato e si era messa con un altro. Un inferno che la vittima ha infine negato ritrattando le accuse davanti al giudice ieri mattina, cui ha detto di essersi inventata tutto perché era arrabbiata. Dal canto suo il giudice ha a condannato lo stesso a due anni e un mese di reclusione per maltrattamenti  Goran Ajkic, 34enne di Mantova pluripregiudicato e con problemi di alcolismo, e ha rinviato alla procura gli atti del processo perché dia il via a un’indagine per falsa testimonianza nei confronti della sua ex. La sentenza è stata emessa al termine di un processo in cui per l’imputato sembrava profilarsi l’assoluzione visto come erano andate le cose in aula ieri, quando l’ex convivente e presunta vittima aveva ritrattato le accuse nei confronti del suo ex. Invece il giudice  Enzo Rosina ha condannato l’uomo a due anni e un mese di reclusione, aggiungendo un nuovo capitolo all’ormai lunghissimo curriculum giudiziario di Ajkic, ricco di una ventina di precedenti. I maltrattamenti di cui era accusato in questo processo sarebbero avvenuti in un periodo che va dall’estate 2011 ala prima metà del 2012, quando la sua convivente lo aveva infine lasciato per mettersi con un altro. Il 34enne a quanto pare non l’aveva presa granché bene tanto che aveva cercato di vendicare lo sgarbo mettendo le mani addosso al nuovo compagno della donna. Stando a quanto emerso dalle indagini, il 34enne riteneva la sua compagna una sua proprietà anche dopo che questa l’aveva lasciato. Non avrebbe infatti esitato a scagliarsi addosso al padre di lei con sputi, insulti e minacce anche di morte quando questi era intervenuto in difesa della figlia, e la stessa sorte era toccata all’altro uomo. Argomenti che il giudice ha ritenuto più forti della retromarcia fatta in aula dalla vittima. le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 60 giorni.  (cad)