Mantova Hub, nuove evoluzioni: arriva un cinema nel capannone

MANTOVA Intanto si recupera e poi, se caso, si vedrà cosa fare, semmai ci siano le risorse finanziarie per adattare il costruito alle funzioni. Non è solo un problema presentato per Palazzo del Podestà, del quale a tutt’oggi non è chiara la destinazione futura, ma anche dei capannoni di San Nicolò, e dell’intero comparto in corso d’opera di Fiera Catena, sul quale si sta sviluppando il “piano Boeri” di Mantova Hub. Una progettualità complessa, questa, partita sulla carta con un budget di 18 milioni ottenuti grazie al “Bando periferie” del governo Renzi del 2016, ma che da subito ha iniziato a lievitare.
«Tanto lievitare – commenta l’ex assessore all’edilizia della giunta di centrodestra Celestino Dall’Oglio – che ad oggi abbiamo abbondantemente superato i 30 milioni». E non basteranno nemmeno questi.
Negli anni si sono aggiunte altre fonti di finanziamento. La finanziaria del 2020 ha incrementato il budget di altri 6,5 milioni, e uno stanziamento una tantum della Regione ha portato ulteriori 4 milioni per la realizzazione della nuova palestra funzionale anche alla ristrutturata ex ceramica, diventata plesso scolastico per l’istituto “Mantegna”.
Ma è sul rimanente del progetto che permane un’alea di destinazioni d’uso. Nell’ultimo elaborato definitivo-esecutivo del comparto di San Nicolò, annesso a Mantova Hub, si trovano elencate le finalità dei cinque ex capannoni militari costruiti in gran parte sull’area dell’ex cimitero ebraico. La distribuzione interna dei singoli capannoni, si legge nel deliberato comunale, del dicembre scorso “è l’esito del recepimento delle indicazioni pervenute dall’amministrazione comunale e dai singoli partner potenziali ed esistenti che andranno a gestire i rispettivi immobili”.
E qui la sorpresa: nel primo capannone (quello più vicino alla ex ceramica) non trova più posto un “centro ricerche verdi” con la supervisione del professor Stefano Mancuso dell’università di Firenze, bensì un cinema. Recita infatti il progetto approvato che tale struttura “possa ospitare ambienti destinati al mondo del cinema”. Negli altri quattro invece si prevedono due ecostelli e due alloggi per soggetti disabili in capo all’Aspef – costretta a raddoppiare il progetto originario, non potendo alzarsi su due piani per via del veto imposto dalla comunità rabbinica internazionale.
«Mi pongo tante tante domande, come è lecito che sia – interviene Dall’Oglio –. Intanto, si legge dal progetto che i recuperi dei capannoni verranno effettuati al grezzo, e “gli spazi interni non rientrano nel suddetto progetto ma la destinazione d’uso ha permesso una corretta predisposizione degli elementi impiantistici”. Negli anni quei capannoni hanno subito molte modifiche, e ancora di recente il “capannone 1” da centro ricerche passa a cinema, salvo diventare nell’ultima delibera un “mercato coperto”. Nei giorni scorsi il sindaco Mattia Palazzi parla invece di “laboratori” a utilizzo misto a uso dell’istituto “Mantegna” e dell’università di Modena e Reggio. E chi sarà a gestire i due ecostelli? Come farà l’Aspef a gestire i due alloggi protetti? A farla breve – va in conclusione l’ingegnere Dall’Oglio – , idee molte ma confuse, delle quali l’unica certezza che abbiamo è una variante da 10,7 milioni, con spese tecniche per circa 2 milioni, che potremmo definire record. E questo solo per il comparto Mantova Hub».