MANTOVA Non sarà esteso entro tutto il perimetro della città, ma in buona parte di essa la velocità del futuro a Mantova dovrà essere contenuta entro i 30 chilometri orari. Lo prevede il piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) da trasformarsi subito dopo in piano urbano del traffico (Put). Lo studio messo nero su bianco in un anno e mezzo di rilevazioni e studi dalla Mobility in Chain ha riservato al problema numerose pagine, già in parte anticipate dalla giunta di via Roma almeno come linee guida da perseguire in direzione di una viabilità più sicura e tranquilla. Lo scopo, avevano annunciato il sindaco Mattia Palazzi e l’assessore alla viabilità Iacopo Rebecchi, è assicurare ai quartieri tutti, anche e soprattutto quelli periferici, una tranquilla (si passi il termine) “pedonalità”. Da qui l’impegno degli uffici di viale Fiume per confezionare quanto prima, sulla base proprio delle linee guida del Pums, una sorta di operazione “pedoni sicuri”.
Ma come limitare le velocità? Nell’elaborato della Mobility in Chain sono avanzate varie soluzioni, tutte attualmente allo studio dei tecnici comunali. Niente telecamere di rilevamento velocità né telelaser né autovelox deterrenti. La strada suggerita, e sposata dall’ente, guarda a ridisegnare le strade, con limitatori di velocità, dossi, chicane, strettoie nelle percorrenze rettilinee più soggette a indulgere sull’acceleratore. «Lo studio che stiamo facendo – commenta l’assessore Rebecchi – va proprio in direzione di questo ripensamento delle carreggiate, con bande trasversali, sinuosità e rallentatori: tutti accorgimenti in grado di far rallentare gli automobilisti, facendoli sentire psicologicamente in un territorio e in contesti residenziali. Il tutto per aumentare la sicurezza, certo, ma anche e soprattutto la vivibilità e il benessere dei residenti», conclude Rebecchi. A breve verranno i progetti.