Morì sul lavoro in A22, la famiglia chiede 4 milioni a un imprenditore mantovano

MANTOVA   Le gomme del furgone aziendale che stava guidando erano esplose perché erano “vecchie, usurate, invernali” nonostante fosse piena estate. Cosimo Di Lauro un 37enne pugliese residente nel Veronese, aveva perso la vita in seguito a un incidente causato dallo scoppio degli pneumatici posteriori il 6 luglio 2020 lungo l’A22 nei pressi di Vigasio. Per quell’incidente ora è stato rinviato a giudizio E.M., 43enne imprenditore mantovano titolare della ditta con sede a Roverbella per la quale la vittima lavorava. Il 43enne era stato quindi iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale e nei giorni scorsi il gup di Verona ha disposto nei suoi confronti il rinvio a giudizio. Il processo
all’imprenditore mantovano inizierà il prossimo 19 ottobre. Secondo quanto sostiene l’accusa avrebbe “causato la morte della vittima a seguito di politrauma per colpa consistita nell’aver montato sulle ruote posteriori pneumatici inidonei (in quanto invernali), vecchi (in quanto costruiti nella prima parte del 2011) e notevolmente usurati e, quanto allo pneumatico sinistro, per averlo montato sul cerchio in modo errato e per non aver mantenuto gli pneumatici del veicolo in condizioni di massima efficienza”. I parenti del 37enne si sono costituiti parte civile, presentando una maxi richiesta danni che sfiora i 4 milioni di euro: oltre alla vedova rimasta sola e con una bimba piccola, ci sono i genitori e i fratelli della vittima. Al processo, comunque, la difesa giocherà le sue carte: tra le tesi alternative, l’ipotesi del mancato uso delle cinture di sicurezza da parte della vittima.