Nel Mantovano in aumento reati e infiltrazioni mafiose

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MANTOVA –  Nel 2021, sia nel comune capoluogo che più in generale in provincia di Mantova, si è riscontrato un aumento degli eventi delittuosi rispetto all’anno precedente, nel primo caso pari allo 0,70% in più e nel secondo per un incremento del 7.10%. Questo il primo dato, circa lo stato della legalità nel territorio virgiliano, evinto dall’annuale relazione consuntiva stilata dall’Osservatorio permanente sulla legalità, organismo istituito con finalità di raccolta e analisi dati sulle forme di criminalità presenti nel Mantovano, di elaborazione di progetti di educazione e comunicazione per la prevenzione e la sensibilizzazione in tema di legalità, ricerca e studio di “buone pratiche”. Più nello specifico, dai riscontri rilevati si può notare come in città vi sia stata una diminuzione generale di furti (1.016 contro i 1.088 del 2020), lesioni dolose (80 contro le 83 del 2020) ed estorsioni (24 contro del 30 del 2020) a fronte di un sempre crescente aumento di delitti informatici (35), spaccio di droga (27), incendi (4), ricettazione (15 contro le 10 del 2020) e minacce (104 contro le 97 dell’anno prima). In provincia invece, nonostante una netta diminuzione di tentati omicidi (3 nel 2021 contro i 6 del 2020, pari a una diminuzione del 50%), così come una diminuzione di furti in generale, rapine, incendi e sfruttamento della prostituzione, si è assistito a un aumento considerevole dei casi di omicidi volontari (dai 2 del 2020 ai 5 del 2021, +150%), sequestri di persona (ben 9 nel 2021), ricettazione (58 contro le 36 dell’anno precedente), frodi informatiche (2.414) e delitti informatici (707), così come un aumento di casi di minacce (436 contro le 381 del 2020) ed estorsioni (67). In entrambi i casi, dunque, si è assistito a un aumento di delitti di varia natura. Una costante, sia per quanto attiene il comune di Mantova che la provincia, è l’aumento dei reati informatici e delle truffe informatiche, in costante aumento per quanto attiene il triennio 2019-2021. Sul fronte invece della criminalità organizzata si è riscontrata una sua presenza stabile, soprattutto di matrice calabrese, anche a fronte della fase pandemica che ha permesso ad essa di approfittare di opportunità come incentivi del governo e di rilevare attività in difficoltà per poi inglobarle. Per quanto riguarda la realtà Mantovana si registra da anni la presenza del clan Grande Aracri di Cutro, la cui attività è stata attestata dall’Operazione Pesci-Aemilia. La ‘ndrina Grande Aracri è egemone non solo nel territorio del cosiddetto medio calabro (Crotone e parte della provincia di Catanzaro), ma anche su vaste aree dell’Emilia-Romagna e della Bassa Lombardia, segnatamente su quelle di Reggio Emilia, Modena, Parma, Mantova e Cremona. Oltre alla presenza della ‘ndrangheta, si evidenziano forme di criminalità (gestite per la maggior parte da cittadini stranieri) legate al traffico di droga. Proprio per la sua peculiare posizione geografica di confine, Mantova presenterebbe realtà criminali molto più simili a quelle di Reggio Emilia e Verona. I nomi infatti, coinvolti nelle varie operazioni tra le due province, si intrecciano e si ripresentano con famiglie che vengono coinvolte in procedimenti giudiziari a Reggio Emilia i cui nomi si ripresentano in altre in territorio mantovano come è accaduto nel Processo Pesci. Per quanto attine le misure prefettizie nel 2021 sono stati eseguiti cinque provvedimenti antimafia di carattere interdittivo a carico di tre imprese operanti nel viadanese, una a Borgo Virgilio e una a Quistello.

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