Nella classifica delle mostre del 2022 Mantova sale sul podio virtuale

MANTIVA Mentre la maggior parte delle mostre inaugurate l’anno scorso volge al termine, o tutt’al più beneficia di una piccola proroga, come il Rubens di Genova, si stilano bilanci e classifiche, secondo una prassi ormai consolidata. Quali dunque le migliori (che non significa necessariamente quelle con maggior affluenza di pubblico)? Ognuno può stilare la propria graduatoria, s’intende, ma non mancano quelle degli addetti di settore, come storici dell’arte e curatori. Si scopre così che nella top ten del 2022 compare anche Pisanello. Il tumulto del mondo, che ha chiuso i battenti nelle scorse settimane registrando un ottimo successo di pubblico. La mostra si colloca al terzo posto, preceduta solo da quella su Donatello, tenutasi in Palazzo Strozzi a Firenze, vero evento dell’anno, e da Caroto e le arti tra Mantegna e Veronese, al Palazzo della Gran Guardia di Verona. I motivi sono vari. Fare una mostra su Pisanello si confronta con l’esiguità del suo catalogo: tolti i disegni, i quadri che gli si possono assegnare con certezza si contano sulle dita delle mani. Una mostra, quindi, che non poteva non avere un rilievo internazionale, nonostante le ridotte dimensioni. Ciò che, tuttavia, val la pena di prendere in considerazione è la presenza, in tutte tre le mostre citate, di diverse opere d’arte legate a Mantova, molte delle quali frutto della committenza gonzaghesca. A queste si aggiunge poi la mostra di Rubens a Genova, collocata in quarta posizione insieme al Superbarocco ospitato nelle Scuderie del Quirinale. Insomma, quattro su dieci delle migliori mostre del 2022 comprendevano opere nate nella o per la nostra città. Un record, probabilmente, che difficilmente potrà essere ripetuto. Seguono, nella classifica, i Macchiaioli a Palazzo Blu di Pisa, che proseguirà sino alla fine di febbraio, l’Aeropittura futurista al Labirinto della Masone di Fontanellato, in settima posizione la mostra su Leonardo Dudreville e l’avanguardia negli anni Dieci alla Fondazione Ragghianti di Lucca, quella su Bosch e l’altro Rinascimento al Palazzo Reale di Milano (chiusura programmata il 12 marzo), la piccola mostra su Giulio II e Raffaello alla Pinacoteca Nazionale di Bologna e, in ultima posizione con un ex aequo, il Kandinskij di Palazzo Roverella a Rovigo e Sorolla pittore di luce in Palazzo Reale a Milano. (Ugo Boni)