Panchina killer: la difesa rinuncia al teste, punto per l’accusa?

MANTOVA Colpo di scena, ieri in via Poma, nel processo per omicidio colposo relativo alla morte di Matteo Pedrazzoli, il 14enne travolto e ucciso il 10 agosto 2018 dal crollo di una panchina girevole installata nel parco di piazza Castello a Castel d’Ario. L’udienza, fissata innanzi al giudice Raffaella Bizzarro, era infatti incentrata all’escussione testimoniale, così come chiesto inizialmente dalle difese di due imputati (Marzio Furini e Luca Bronzini), di un ingegnere strutturista a cui il progettista delle due strutture semovibili gemelle aveva affidato di redigerne i calcoli di predimensionamento.
Ma a sorpresa le stesse difese hanno in extremis rinunciato a tale audizione. Per quale motivo? Nel corso della precedente seduta dibattimentale una collaboratrice dell’architetto progettista Elena Bellini, anch’essa sul banco degli imputati, aveva fatto presente come in fase di progettazione fossero state apportate alcune modifiche, tutte in ogni caso verificate e calcolate dall’ingegnere, nonostante un presunto difetto di comunicazione tra i due professionisti.
In altre parole, secondo l’avvocato di parte civile Maria Grazia Galeotti, in rappresentanza dei familiari della vittima, l’architetto Bellini si sarebbe fidato dei calcoli dell’ingegnere seppur quest’ultimo non in possesso dell’intero pacchetto di informazioni necessarie. Oltre a Furini, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Castel d’Ario, Bronzini, titolare dell’omonimo laboratorio specializzato in attività di restauro che si era aggiudicato l’appalto per la riqualificazione dell’intera area verde e all’architetto Bellini, sotto accusa anche i due installatori, i fratelli carpentieri Loris e Cristian Manfredi. Chiamato invece in causa quale responsabile civile il Comune di Castel d’Ario.
L’inchiesta, portata avanti dal sostituto procuratore Silvia Bertuzzi, si era incentrata fin da subito sull’acquisizione di tutta la documentazione relativa al progetto, al collaudo e alla manutenzione della pesante installazione artistica semovibile, con il conseguente affidamento di una consulenza tecnico-ingegneristica i cui esiti avrebbero evidenziato un errore di calcolo sul perno, risultato troppo esile per sostenere il peso dell’intero manufatto. Prossima udienza il 17 luglio.