Parco Te, i progettisti respingono tutte le critiche

MANTOVA Dopo la replica del sindaco Mattia Palazzi alle parole del pro rettore Federico Bucci, arriva anche la “difesa” da parte degli estensori del progetto del Parco del Te, ovvero i titolari dello studio AG&P greenscape: dott. Emanuele Bortolotti (AG&P greenscape), arch. Paolo Palmulli (AG&P greenscape) e arch. Massimo Brignoli (AG&P greenscape). “Quanto affermato dal prof. Bucci – dicono -, Prorettore del Politecnico sede di Mantova e stimato storico dell’architettura, in relazione al progetto da noi elaborato per il nuovo Parco di Palazzo Te nell’intervista del 1 agosto per la “Voce di Mantova” ha lasciato noi, estensori del progetto, piuttosto increduli. Da quello che possiamo evincere dalle parole riportate nella suddetta intervista, sembra che il prof. Bucci manchi di una conoscenza sufficientemente approfondita del progetto e delle sue ragioni, temi che invece vengono affrontati e approfonditi nei diversi documenti e nelle presentazioni del progetto che abbiamo prodotto ad uso della Soprintendenza e dei rappresentanti del Mibact e dell’Unesco. Dunque cosa non convince il prof. Bucci che invece ha convinto gli organismi preposti alla tutela e valorizzazione dello straordinario patrimonio costituito da Palazzo Te sia a livello locale, nazionale che sovranazionale?”.
“Ci sembra che (il progetto) tradisca l’aspettativa con il dialogo con la storia che informa tutta la bellezza della città.” cita il prof. Bucci e questa è la risposta dello studio d’architettura: “Su questo aspetto vogliamo rassicurare il Prof. Bucci che la storia del luogo e la straordinaria stratificazione di tracce ivi sedimentate a partire dalle (diverse) fasi gonzaghesche ai periodi austriaco, napoleonico, risorgimentale, postunitario e novecentesco, fino ai giorni nostri, sono state al centro dell’attenzione del progetto. Tuttavia “il dialogo” a cui si fa riferimento è stato certamente consapevole e rispettoso ma, non passivamente ossequioso. Riteniamo infatti che ci siano ragioni “altre”, oltre a quelle della storia, che meritino l’attenzione di noi progettisti, che sono soprattutto quelle della città contemporanea e dei suoi abitanti, con la loro legittima richiesta di spazi aperti attrezzati, sicuri e conviviali. Ciò si è tradotto in una significativa attività d’analisi urbanistica della città e dei dintorni dell’area di progetto, per giungere a definire i criteri che hanno guidato la stesura del progetto tra i quali il dialogo con il complesso monumentale e l’inserimento del parco nell’area Unesco era uno dei più importanti”.
E ancora: “Quest’opera non ha (…) nemmeno un legame con quello che pensavano i Gonzaga come giardino” dice il Prof. Bucci. “A tal proposito osserviamo – rispondono in coro – che i Gonzaga nel loro lungo periodo di potere fecero dell’isola del Te un luogo deputato alle amenità private della corte, alla caccia, all’allevamento dei cavalli e soprattutto alle coltivazioni di pieno campo, ai frutteti, ai vigneti e agli orti. Non esisteva dunque ancora la visione di “parco pubblico” che inizia ad affermarsi solo dal periodo austriaco. Assai difficile oggi riproporre quella visione in un contesto di bisogni ed aspirazioni completamente diverse della popolazione e dello sviluppo urbano. Inoltre ci troviamo di fronte a testimonianze che indicano come nel corso dei quattro secoli di dominio gonzaghesco l’area abbia assunto diverse conformazioni planimetriche: non sembra dunque esistere un “pensiero” unitario e perdurante riconducibile ai Gonzaga rispetto al disegno dell’area”. E poi l’affermazione forse più roboante del Bucci: “Oggi ci troviamo davanti ad una Gardaland”. “Risulta difficile interpretare questo riferimento alla luce del progetto presentato – commentano i professionisti – anche perché la struttura formale del parco è estremamente chiara e così il suo legame visivo e rispettoso con l’Esedra, di cui si valorizza finalmente l’emergenza monumentale tramite un sistema di visuali aperte dalle principali direzioni. D’altra parte la coerenza dell’impianto formale si concilia con le necessità multifunzionali di un parco pubblico contemporaneo capace di recepire i bisogni delle diverse popolazioni che lo attraversano e lo vivono (bambini, anziani, studenti, sportivi, ecc…) e che si attua soprattutto nella realizzazione delle 16 stanze arboree circolari, con diversi gradi di specializzazione d’uso (dal parco giochi, agli scacchi, aule all’aperto, spazi per la ginnastica, ecc…), il tutto tenuto insieme dalla riproposizione del percorso ad anello del precedente ippodromo (memoria delle attività equestri care ai Gonzaga…) convertito all’uso di passeggio pubblico e attività sportive. Questi spazi, definiti dall’impianto di 300 nuovi alberi e da diverse essenze arbustive che ne fanno una vera isola di biodiversità, vivranno attorno al grande prato centrale definito dalla vegetazione d’alto fusto che ovviamente dovrà avere il tempo di svilupparsi per rendere sempre più evidente la vera struttura formale del parco.
L’unico elemento “spettacolare” che integra il disegno del parco è la sequenza di getti d’acqua che lo attraversano in senso trasversale, evocando la presenza dell’acqua attorno all’antica isola del Te ma anche procurando quell’effetto di meraviglia che il giardino tardo-rinascimentale affidava ai giochi d’acqua. Se questa è veramente come Gardaland facciamolo decidere ai cittadini, ai turisti e a chi con passione, entusiasmo ma massima attenzione e senso critico ha autorizzato l’opera. Ma siccome ognuno ha giustamente il suo punto di vista invitiamo Il prof. Bucci e chi la pensa come lui ad un incontro pubblico successivamente all’inaugurazione del nuovo Parco Te all’interno del quale poterci confrontare in modo più approfondito e libero da preconcetti”.