Peculato , a giudizio l’ex direttore del carcere

Rinviato a giudizio Enrico Baraniello

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MANTOVA Centinaia di migliaia di euro fatti sparire dalla contabilità della casa circondariale di via Poma per forniture di materiali e servizi, regolarmente pagati, di cui però non vi sarebbe traccia. Con l’accusa di concorso in peculato continuato e abuso d’ufficio erano così finiti nel registro degli indagati alla fine del 2011, tre persone: si tratta dell’ex ragioniere capo del carcere virgiliano, Gaetano Malaspina, della sua assistente Anna Santoro e dell’ex direttore della struttura penitenziaria Enrico Baraniello, destituito dall’incarico a pochi mesi dalla pensione. Nei confronti di questi ultimi due ieri mattina il giudice per le indagini preliminari Gilberto Casari ha disposto il rinvio a giudizio. Stralciata invece la posizione di Malaspina nel frattempo deceduto. Il processo a loro carico si aprirà il prossimo 17 ottobre. L’inchiesta giudiziaria, affidata ai carabinieri del nucleo investigativo di via Chiassi, era scattata nel febbraio 2011 a seguito di tre diverse ispezioni dei funzionari del Provveditorato lombardo dell’amministrazione penitenziaria che avevano rilevato diverse anomalie nella tenuta delle scritture contabili. Nei movimenti di bilancio degli anni antecedenti all’indagine erano infatti emerse forniture di materiali e servizi, regolarmente pagati dalle casse del carcere ma che in via Poma non si erano mai viste. Nel corso degli anni, sempre secondo l’accusa, erano inoltre sparite derrate alimentari riservate alla mensa dei detenuti, impianti elettronici e altri strumenti destinati alla gestione del carcere. Un secondo filone d’indagine era poi scaturito dopo l’incendio divampato il 15 ottobre 2012 al primo piano del penitenziario. Le fiamme avevano distrutto un divano e un armadio, ma soprattutto molte carte. Compito degli inquirenti era stato proprio quello di ricostruire il nesso tra il rogo e la volontà di far sparire le prove di irregolarità contabili. Oltre a quei primi tre nomi il registro degli indagati si era poi arricchito anche con quello di alcuni fornitori di merci e servizi, come il titolare della ditta Mantova Estintori che sempre ieri ha patteggiato due anni di reclusione pena sospesa.