Protesta Camere Penali: Via Poma è satura, stop a leggi riempi-carceri

Il carcere di via Poma

MANTOVA Sarà astensione da tutte le udienze e da ogni attività giudiziaria penale da oggi sino al 9 febbraio. Così ha deliberato l’Unione delle camere penali, cui anche Mantova aderisce, come conferma il presidente territoriale, l’avvocato Sebastiano Tosoni. Non una protesta “politica” in senso stretto contro il governo, ma contro quella che lui stesso definisce una “giustizia da bar” proclive a invocare condanne e carcerazioni troppo facili e ormai insostenibili.
La situazione è nota: per rimenere in ambito locale, la casa circondariale di Mantova è ormai sovrannumeraria da anni, e gli inasprimenti carcerari previsti dai risvolti legislativo potrebbero portare al collasso della struttura. «Il lavoro svolto dalla direttrice Pasquini Peruzzi è eccellente – commenta Tosoni –, come pure l’attività di recupero e reinserimento. Ma questa politica punitiva diffusa con leggi che non hanno senso. La “giustizia da bar” che vorrebbe tutti dentro per poi buttar via la chiave, vìola il fondamento del diritto che guarda a una cultura della libertà. Ma per la libertà ci vuole coraggio: il coraggio di difendere la libertà. Purtroppo invece assistiamo alla tendenza si battere sulle paure delle persone che vorrebbero sempre più strutture carcerarie, creando ulteriori problemi, anziché risolvere quelli esistenti».
La mobilitazione virgiliana dei penalisti ricomprende 56 iscritti della circoscrizione lombarda di cui, oltre a Mantova, fanno parte Bergamo, Brescia, Crema e Cremona, ossia la più grande Camera penale italiana.
Si proclama vicino alla protesta l’assessore comunale Iacopo Rebecchi, benché civilista: «Sono a fianco delle proteste delle Camere penali contro il governo, i cui componenti si dichiarano garantisti ma nel concreto approvano solo leggi che inaspriscono irrazionalmente le pene dopo fatti di cronaca e non mettono risorse per migliorare il settore giustizia e far fronte all’emergenza carceri. Una società è libera quando i diritti non vengono limitati sull’onda della paura ed una politica seria non deve alimentare l’idea che le paure dei cittadini si risolvano con provvedimenti liberticidi».