Quei quattro maledetti scalini: il tribunale off limits ai disabili

MANTOVA –  Lo solleva la dottoressa  Stefania Corbellani: è un problema di abbattimento di barriere architettoniche in un edificio pubblico – guardacaso i primi edifici cui le disposizioni nazionali e regionali impongono di regolamentarsi in termini di accessibilità. Corbellani, impiegata presso un ufficio legale di città, deve ogni volta che le esigenze lo richiedono entrare in tribunale, non per il comodo accesso di palazzo Colloredo, ma come è prassi ormai per la porticina laterale, dove tornelli e strumentazione elettronica di ispezione dànno garanzia di sucurezza per persone e materiale accessorio al seguito.
«Per entrare da lì, dalla porticina dell’ex procurina – spiega Corbellani – devo fare quei quattro o cinque scalini altissimi. E ce la faccio, per carità, chiamando anche dal gabbiotto l’addetto che viene a darmi una mano. Ma, mi chiedo, non sarebbe il caso di mettere almeno un corrimano per assistere quelli come me, che devono convivere con una disabilità al 100%?».
Il problema non è solo suo, come Stefania Corbellani stessa prospetta: «All’interno dell’edificio le cose non sono migliori. Addirittura ho dovuto conferire con un magistrato che, messo al corrente del problema è gentilmente sceso al pianterreno per ricevermi. Fra qualche giorno dovrà essere convocata in Tribunale una signora di 90 anni. Possibile che, mentre si pensa a fare tante belle opere in città, non si pensi anche a risolvere un problema come questo per superare quei quattro scalini?».