MANTOVA La democrazia è fragile. L’allerta è lanciata da Maria Ressa, premio Nobel per la Pace nel 2021, protagonista in collegamento streaming dell’evento di chiusura della 28 esima edizione del Festivaletteratura. L’autrice di “Come resistere a un dittatore”, una sorta di autobiografia, un manifesto di lotta contro le dittature, perseguitata per anni dall’ex presidente Rodrigo Duterte, ha ricordato come cinque anni fa avesse undici ordini di cattura che le pendevano sulla testa, uno ogni sei settimane. “Dopo la Seconda Guerra mondiale tutti i paesi sembravano d’accordo sulla stesura di trattati a tutela della democrazia”, ha ricordato la giornalista di origine filippina naturalizzata statunitense, “adesso però bisognerebbe andare a vedere come i governi mettono in atto questi accordi. La democrazia è fragile. Serve ogni nostra azione per tutelarla. Dobbiamo essere consapevoli che se non siamo pronti ad alzarci in piedi per difendere i nostri diritti, nessuno lo farà per noi”.
I numeri parlano chiaro. “A gennaio di quest’anno, il 71% dei paesi nel mondo aveva eletto leader illiberali, scegliendo forme di governo autocratiche”, ha affermato Maria Ressa, “L’Italia sembra cavarsela meglio di quanto si potesse pensare”. Attenzione ai messaggi che arrivano tramite social network. “Nel 2021 i filippini erano, per il sesto anno consecutivo, il popolo che trascorreva più tempo on line e anche lì passano le informazioni della propaganda”, ha aggiunto ancora Ressa, “nel 2014 in Ucraina è iniziata la narrativa per l’annessione della Crimea, la stessa utilizzata per difendere l’invasione del Paese. Le società tecnologiche stanno cambiando le carte in tavola, riescono a mettere in scacco i Governi. Questi ultimi devono agire. Ogni giorno che passa, con un atteggiamento passivo, cedono una parte del loro potere. Bisogna ricorrere all’educazione e, a breve termine, a una regolamentazione del settore tecnologico a livello mondiale. Il giornalismo, in questo momento, può svolgere un ruolo importante. È il momento di agire”.
La battaglia per la verità passa quindi anche dalla Rete. “La partecipazione del cittadino arranca sempre di più perché c’è una marcata manipolazione dei dati”, ha proseguito Ressa, “bisogna comprendere il ruolo della tecnologia. I social network sono concepiti e impostati per permettere la diffusione di falsità e menzogne. Dove ci sono sentimenti di odio e rabbia questi messaggi si diffondono ancora più velocemente. È come se chiedessimo a una bambina di mentire e poi la premiassimo per questo. Lei continuerà a dire sempre più bugie. Questo significa che non possiamo più contare su una realtà condivisa. Oggi è addirittura possibile creare un clone per ognuno di noi. Significa frantumare le base della fiducia. Il 2024 sarà un anno critico per l’elezione del presidente degli Stati Uniti. Chi verrà eletto avrà in mano la legislazione che determinerà il nostro futuro, capiremo se saremo destinati o meno a mantenere un nostro ruolo attivo”.
Un invito all’azione e a tenere le antenne dritte quello di Maria Ressa che ha visto una Piazza Castello con diversi posti vuoti. A tenere lontano il pubblico da un lato la pioggia, che a tratti ha disturbato anche il collegamento con la giornalista, dall’altro forse l’assenza del Premio Nobel annunciata solo qualche giorno fa.
Tiziana Pikler