Super-dormitorio, c’è chi teme l’ennesima “bomba sociale”

MANTOVA Potrà il quartiere di Valletta Valsecchi sopportare il potenziamento del dormitorio, se già oggi mostra segnali di insofferenza? La domanda è tradotta in forma di interrogazione all’assessore comunale al welfare Andrea Caprini dal capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri. Il consigliere azzurro mette insieme i dati forniti dall’amministrazione riguardo al progetto di espansione del servizio messo in campo grazie ai fondi del Pnrr nel contesto di “Strade Blu”, elaborato finanziato dalla Regione con 900mila euro e dedicato ad adulti a rischio di esclusione o versanti in situazioni di disagio conclamato, specie per abuso di alcol o sostanze stupefacenti; persone già oggi accolte in Valletta Valsecchi, ma in spazi differenti dal dormitorio.
«Ho raccolto le preoccupazioni dei residenti che si mostrano stizziti dal fatto che questa giunta non abbia condiviso con loro la decisione di potenziare il dormitorio di via Ariosto, riconvertendolo in una “stazione di posta” con la introduzione di nuovi servizi che rischiano di ampliare una utenza già gravata da disagio sociale. Tale ampliamento – prosegue Baschieri – rischia di avere ripercussioni sulla qualità di vita dei residenti che da anni convivono con più etnie in un difficile equilibrio. Insomma, si rischia una vera “bomba sociale”».
Ad oggi il dormitorio è dotato di 38 posti letto da offrire a persone senza fissa dimora nelle sole ore notturne. Nnel solo 2022 gli ospiti sono stati 125, dei quali 109 stranieri e 16 italiani; in tutti i casi si tratta di soggetti di non facile gestione da parte degli addetti dell’Aspef.
L’ampliamento della struttura verrebbe a realizzarsi con tre nuovi servizi principali: il drop-in luogo di partenza delle attività del progetto “Strade blu”; l’accoglienza notturna di primo livello per 10 posti letto; e infine, l’accoglienza notturna diurna/notturna per 20 posti letto in stanze doppie con uso di cucina.
Per Baschieri a questo punto è lecito chiedersi «se non sia opportuno, trovandoci di fronte a fenomeni di marginalità sociale, trattarli in modo separato evitando di polarizzare questa tipologia di servizi in un unico quartiere ed evitando all’origine il rischio di problemi di sicurezza urbana. Tantopiù che tale servizio non risulta condiviso con i residenti in una delle tante tappe dei tour nei quartieri dove la giunta presenta i suoi progetti».