MANTOVA I dati pubblicati dall’INAIL per il 2020 allarmano la UIL per l’incremento generale dei contagi in ambito lavorativo: sono infatti 104.328, pari al 20,9% del complesso delle denunce di infortunio sul lavoro pervenute dall’inizio dell’anno e al 13% dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Rispetto alle rilevazioni della “prima ondata” i casi in più sono 37.547, di cui 27.788 riferiti a novembre e 9.399 a ottobre, evidenziando un impatto più significativo nella seconda ondata delle infezioni da Covid-19 ( quasi 49mila denunce di infortunio rispetto alle circa 46.500 registrate nel bimestre marzo-aprile), in tutti i settori di attività , con una incidenza maggiore nell’ambito socio sanitario e tecnici della salute. “Il numero delle donne contagiate” – spiega Paolo Soncini segretario provinciale UIL – “è quasi ovunque 3-4 volte quello degli uomini, dimostrando l’alta esposizione al virus per le lavoratrici nel campo della salute”.
L’analisi territoriale conferma che in Lombardia ricade il maggior numero di contagi (il 30,5%, con 31.870 denunce da infortunio), e le province lombarde con il maggior numero di contagi risultano essere Milano (11,9%), Brescia (3,2%), Varese (2,7%) e Bergamo (2,6%). Aumenta la percentuale di decessi e le province lombarde maggiormente colpite risultano essere quelle di Bergamo (11,2%), Milano (8,5%), Brescia (6,8%), Cremona (4,9%).
Il dato mantovano preoccupa per l’età dei contagiati: rispetto ai negazionisti che parlano di un virus “che colpirebbe quasi esclusivamente gli anziani”, la UIL fa notare la poca differenza nel numero dei lavoratori contagiati tra i 35 e i 49 anni (406) e quello della fascia tra i 50 ei 64 anni (408). Il sindacato sottolinea inoltre che la percentuale di contagiati sul totale degli infortuni sul lavoro è tra le più basse a livello regionale.