Veronica Ghizzi: “Il museo non deve essere solo turistico, ma anche al servizio della comunità”

MANTOVA Ha vinto il concorso nel 2019 e siede come direttore dal febbraio 2020. Come sono cambiati i musei civici ( Palazzo Te, Museo Maca e Tempio di San Sebastiano)?
“Sono cambiati per la parte del Maca (Mantova Collezioni Antiche ndr), perché ho ereditato un progetto “confezionato” dal mio predecessore Stefano Benetti, portato a compimento con qualche difficoltà in questi anni. Il progetto più “maturo” era quello che riguardava San Sebastiano, da costruire la parte del Tempio, la prima che abbiamo immaginato e progettato, inaugurata a giugno 2022, con un nuovo assetto che riguarda la scultura decorativa del 400. Questo è stato possibile grazie ad un’alleanza con Stefano L’Occaso e Palazzo Ducale, sia per quanto riguarda il Tempio di San Sebastiano, che viene gestito in maniera diretta dal Ducale, lasciato in concessione a noi, sia con la condivisione degli allestimenti, ad esempio, la condivisione del camino policromo che stava un tempo nella torre del castello di san Giorgio e adesso è possibile vederla esposta. Questo è stato il primo asse sul quale ci siamo concentrati. In secondo luogo, ci siamo dedicati alla parte di restauro e qualificazione delle strutture (tetto, facciata, impianti) oltre che la climatizzazione del palazzo perché dovevamo ospitare opere con delle necessità conservative spiccate (come ad esempio il papiro e la mummia). C’è stata una fase dove era necessario trovare le risorse, allestimento e spostamento delle opere, anche questo fatto assieme a Palazzo ducale, con opere del Comune restaurate e attualmente esposte.  Per Palazzo Te è stato fatto un grande lavoro di qualificazione di tutta la parte delle fruttiere, che sarà la parte dedicata all’esposizioni e eventi al coperto, oltre alla sala polivalente, completamente riqualificata”.

Palazzo Te riserva delle sorprese.
“Sì, oltre che di tanti interventi di restauro delle superfici pittoriche. Ad esempio, una parte estremante positiva delle chiusure da Covid è stata avere la sala dei giganti chiusa al pubblico, per poterla completamente rivedere e consolidare dal punto di vista conservativo. Qui, anche grazie alla nuova illuminazione posta dalla Fondazione Palazzo Te per la mostra di Giulio Romano, adesso rivediamo le rifiniture a secco giuliesche: la parte arborea, i ciuffi biondi dei giganti, parti che risultano di più grazie alla pulitura effettuata. Ma non è stato l’unico ambiente ripulito: c’è da ricordare la loggia di Davide, come tante altre parti”.

Perché è fragile?
“Anche. Perché Giulio Romano lavorò molto in fretta e gli ambienti non erano programmati per durare”.

Il problema dei piccioni è stato sistemato?
“Lo diciamo a bassa voce. Questo grazie alla presenza dei visitatori, che aiutano, ma anche con l’aiuto dei falconieri”.

Il Maca è stato inaugurato a febbraio 2023. I numeri sono in ascesa.
“All’inizio non ci aspettavamo un’adesione massiccia delle scuole, con le prenotazioni esaurite prima dell’apertura. Siamo molto contenti anche nei mesi estivi perché stiamo riscontrando un aumento di visitatori, soprattutto stranieri, sintomo che la comunicazione sta facendo un buon lavoro sia per Maca che per il Tempio. Non nascondo che debba esserci un miglioramento per la segnaletica e gli apparati didascalici, assieme alla parte illuminotecnica”.

Come vede il futuro?
“Amplieremo la parte dedicata all’inclusione e accoglienza. Stiamo mettendo a terra diverse idee e ritengo fondamentale lavorare sulla parte di accoglienza e sul servizio pubblico che è il museo. Non deve essere un luogo solo turistico ma al servizio della comunità, all’educazione dei giovani. E deve essere aperto a tutti: risolvendo i problemi di accessibilità (con ascensori, ad esempio) ma lavoriamo anche per integrare tutte le disabilità. Stiamo programmando i percorsi con racconto semplificato o racconto approfondito (per persone con disabilità auditiva o visiva). È un impegno da coltivare entro fine anno. Le risorse le abbiamo dalla Fondazione Cariplo. Anche dal punto di vista multimediale”.

Sulla strada tra palazzo Ducale e Palazzo Te: Palazzo San Sebastiano come luogo “beat”, per giovani?
“È la sfida che mi piace di più ed è anche quella più complicata. Già offriamo iniziative di approfondimento con i “Flash d’arte”, frequentati da persone di una certa età, ma ritengo di voler aprire il museo a quella fascia di età che va dagli adolescenti ai giovani adulti. In quest’ottica abbiamo fatto un accordo con gli istituti tecnici, come l’istituto Carlo D’arco, per costruire piccoli blog artigianali sul museo e ho insistito molto per non indottrinare i ragazzi sulla parte storica, preferendo fossero loro ad approfondire le parti che gli interessavano di più, e presentarle ai loro coetanei. Stimoliamo la parte che gli interessa: fotografare i luoghi con il cellulare per postarli sui social media, o riprendere se stessi all’interno di uno spazio artistico… sfruttare questa tendenza per poterli far diventare “attivi” nelle proposte. Una strada diversa dalla lezione frontale, che ha scarso interesse. La stessa chiave dei laboratori estivi che abbiamo presentato quest’anno (“Accademia Junior 2023”), rivolta ai ragazzi delle medie che è una fascia di età difficile da coinvolgere”.

Musei civici e promozione del territorio: come conoscerli?

“Le strategie per offrire un prodotto vantaggioso sono diverse a seconda “del punto di caduta”. Per gli abitanti di Mantova e Provincia c’è la “SuperCard Cultura”, che permette di visitare dieci musei (tra cui anche Sabbioneta) con un euro al mese, per un anno intero. Per il turista invece è vantaggioso un prodotto che dura 36 ore come la “Mantova e Sabbioneta Card”, con all’interno dei servizi, (che non sono semplicemente l’accesso al museo) che permette al turista di sfruttare la sua permanenza e incentivarlo a fermarsi di più in città, usufruendo delle altre attività ricettive. In ultimo, la tessera “Abbonamento Musei” è un prodotto più strutturato, e poco conosciuto: una tessera che non riguarda solo la Lombardia, ma si può estendere anche al Piemonte e alla Valle D’Aosta (“ 3 regioni, 480 musei, 365 giorni di cultura e bellezza”). È una scelta nel lungo periodo, ed è anche un abbonamento che permette di conoscere tutte le attività che vengono organizzate e circuitano attorno alla città. Ad esempio: per il Maca, il cinema d’estate. Per Palazzo Te, i concerti estivi o il Festivaletteratura. Una panoramica per orientare il viaggio”.

Agosto qui è dedicato al cinema.
“Sì, e una parte del Maca rimane aperto e visitabile. Adesso, con il restauro attuato (facciata , pavimentazione e tetto) abbiamo un ottimo biglietto d’ingresso. La facciata ha subito una manutenzione conservativa che non veniva toccata dal 2004, quanto è stato inaugurato il nuovo museo, e aveva grande necessità. L’estate prima, è stato rifatto il tetto con un intervento d’urgenza (messa in sicurezza e rifacimento dei coppi). Si parla di circa 190.000 euro per il tetto (finanziamento ministeriale) e 149.000 euro per la facciata, utilizzando fondi avanzati dal bilancio comunale, i soldi che non erano stati usati per il concerto di capodanno, saltato”.

I depositi: 3000 opere d’arte, circa. Ci sarà una destinazione?
“Ci sono dei progetti che stiamo attuando per la parte moderna, anche questo frutto di un accordo con Palazzo Ducale per il riallestimento e valorizzazione reciproca delle collezioni. Su questa parte di sta stendendo un progetto assieme a Giovanni Pasetti, coordinatore del progetto, per portare a Palazzo Ducale, nell’ala del palazzo delle guardie nobili, la sede della Galleria di Arte Moderna, legata agli artisti mantovani. C’è un embrione di idea e ci stiamo lavorando assieme a Renata Casarin, Stefano L’Occaso e Giovanni Pasetti. Le opere dei depositi sono importanti dal punto di vista storico”.

Rubens?
“A cura della Fondazione Palazzo Te. Sarà inaugurata il 7 di ottobre e stiamo lavorando per predisporre la climatizzazione nelle sale monumentali per ospitare le opere. Sarà un impianto provvisorio e va incontro alle necessità dei musei prestatori che per movimentare delle opere di alto livello richiedono standard particolari. Impegnativo perché sono lavori da fare a museo aperto”.

Il Museo del Risorgimento procede?
“Tutte le opere riferite a questo museo sono nei depositi del Maca. Continuiamo con un progetto che stava a cuore a Daniela Ferrari. Abbiamo identificato nel primo piano della palazzina dell’Accademia Virgiliana lo spazio adeguato per poter accogliere le opere. Siamo alla ricerca dei bandi per una riqualificazione dell’intero spazio”.

Parcheggi: è scelta dell’amministrazione di vietare ai tifosi del Mantova il passaggio da porta delle Aquile e la sosta accanto allo stadio? Cosa ne pensa?
“Io sono molto di parte. Trovo che fosse un grande pericolo soprattutto quando c’era stagione turistica alta, con gruppi numerosi di visitatori, far passare le auto su viale Te, costeggiando il museo, causando prevalentemente un rischio per le persone ma non da meno per le strutture. Il passaggio frequente dei mezzi su quegli intonaci non e benefico e così evitiamo rischi collaterali, come una possibile autocombustione di mezzi. Ricordo che il Palazzo ha parti lignee notevoli. Il tentativo di parcheggiare sull’erba per liberare la carreggiata è sempre ghiotto, ed è quello che accadeva. Per me, non fare transitare tanti mezzi così vicino, è sempre un bene. Consideri che stiamo anche restaurando il poeta delle Aquile, con un investimento notevole (circa 70.000 euro), un monumento, una struttura che ha bisogno di cura. Senza traffico da casello autostradale”.

E Parco Te?
“Erano anni che aspettavamo il miglioramento di questa zona che dovrebbe contribuire a valorizzare il Palazzo. Trovo migliorativo l’aspetto visivo dell’esedra. È stato molto criticato l’abbattimento dei pioppi dell’emiciclo attorno all’esedra, chiamandoli anche “piante secolari”… fotografia alla mano, sono piante che nel 1989 non esistevano in quel punto. Sono piante rigogliose e senza apparato radicale importante, non necessarie da mantenere. Anzi, l’eliminazione ha aiutato anche la lettura ottica dell’esedra. Dal 26 agosto, utilizzandolo, capiremo anche le parti funzionali di questo nuovo parco e vedremo come si svilupperà: dobbiamo dare alla natura il tempo di fare il suo corso. Anche per sedare le polemiche sulla mancata ombra”.