Post sisma, il Governo non proroga lo stato d’emergenza

MANTOVA – Sulla ricostruzione (pubblica) dopo il sisma 2012 pende, come una spada di Damocle, la fine dello stato di emergenza che resta fissata al 31 dicembre 2020: non sono state accettate proroghe, per ora, a questa data e anche la mancata approvazione di alcuni emendamenti che erano stati avanzati dal territorio non fa che accrescere la preoccupazione per una fase estremamente delicata del sospirato ritorno alla completa normalità. Questo il principale argomento della riunione di ieri allo Ster tra Struttura Commissariale Regionale e sindaci del cosiddetto “cratere del sisma”, in cui sono stati confermati sia il bando per redistribuire i fondi residui della Regione per attività produttive e infrastrutture sia la volontà di redigere un documento da inoltrare al Governo in cui elencare i motivi di preoccupazione del territorio.
«Purtroppo dal Governo nessuna risposta sul punto della proroga dello stato di emergenza – ci ha detto, a margine della riunione, la referente della Struttura Commissariale  Alessandra Cappellari – Si tratta di un passo fondamentale per mantenere i tecnici necessari e proseguire su una ricostruzione della parte pubblica che, come noto, è partita in seconda battuta rispetto alla ricostruzione privata. Una scelta, ricordiamolo, necessaria per potere consentire ai cittadini di fare ritorno nelle loro case e che ha pagato visto che la ricostruzione privata è ormai arrivata al 90%. Tuttavia una proroga è altrettanto necessaria per completare l’importantissima ricostruzione pubblica che non può subire ulteriori rallentamenti; anche perchè non chiediamo nulla di impossibile, solo una durata dell’emergenza congrua con quella di altre analoghe emergenze». Da parte del Governo, a quanto sembra, c’è la volontà di proseguire in altro modo ma, come evidenziato nella riunione, ad ora questo “altro modo” non ha nulla di certo. Per quanto invece concerne i fondi residui erogati dalla Regione, a gennaio uscirà il bando in cui tali risorse verranno messe a disposizione tramite un bando per il quale è stata individuata la macro-area delle attività produttive oltre a ulteriori 1,9 milioni che saranno indirizzati alle infrastrutture. C’è dunque molto che si sta muovendo ma i tempi, almeno per quanto concerne la proroga, sono estremamente risicati; sindaci e struttura commissariale vogliono preparare un documento da spedire al più presto al Governo.

Nicola Antonietti