Zecche e morbo di Lyme: scatta l’allarme per un caso a Mantova

MANTOVA – Le zecche? Peggio dei serpenti cinesi, quelli che secondo certe fonti avrebbero scatenato la pandemia del Ciovid-19. Un caso di morbo di Lyme è stato segnalato in queste ore all’Ats, e questo morbo sarebbe stato trasmesso da una zecca. A lanciare l’allarme è stata la madre di un bambino di 4 anni che lavora come infermiera, che probabilmente grazie alla sua formazione professionale si è accorta in tempo del rischio che stava correndo il suo bambino. È successo alla finre dello scorso mese di aprile, quando la donna si era accorta che il suo bambino aveva una piccola zecca su una spalla mentre gli faceva la doccia di ritorno da un giro ai giardini. «Ho portato mio figlio al pronto soccorso pediatrico – racconta la donna – dove gliela hanno rimossa e ci hanno suggerito una terapia con antibiotico per una settimana qualora fosse comparso eritema, febbre o mal di testa anche nell’arco del mese. Dopo soli 10 giorni è comparso l’eritema – prosegue – e così, sentendo anche una dottoressa, mi somo messa in contatto con l’associazione Lyme che mi ha dato dei suggerimenti sugli esami da fare a tempo zero». Questo perché in casi del genere il tempo è preziosissimo. La donna si è così rivolta in un centro ospedaliero di Trieste specializzato proprio sul morbo di Lyme dove hanno confermato la diagnosi di Lyme al lo stadio 1-2. «Appena in tempo – aggiunge – perché se si arriva al 3 stadio, la malattia diventa cronica e non c’è più guarigione.
Ho segnalato la cosa all’Ats perché è necessario procedere al più presto con disinfestazioni delle aree pubbliche»