Festivaletteratura – Alla riscoperta di atti unici del nostro ‘900

MANTOVA È con la messa in scena sul palco del cinema Oberdan della vibrante opera “Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo” di Carlo Emilio Gadda, che si apre per il secondo anno consecutivo al festival letteratura la rassegna dedicata alla riscoperta di atti unici, rari e spesso poco noti, di grandi autori del Novecento Italiano presentati dagli allievi della Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino. Il testo é una conversazione a tre voci in cui l’autore del celebre “Pasticciaccio” mostra tutto il suo disprezzo nei confronti del collega Ugo Foscolo, che nonostante sia temporalmente distante dalla contemporaneità del milanese di almeno un secolo, incarna per lui i peggiori difetti degli italiani impersonando addirittura prodromi del fascismo nazionale. Proposto per la prima volta in oltre quarant’anni, il lavoro é un susseguirsi incessante di dileggi e sarcasmo ai danni dell’autore di “A Zacinto”, di cui il Gadda attacca abitudini, vizi libertini, aspetto fisico e naturalmente, non ultima, l’opera. Ad aprire la serata è Luca Scarlini che introduce lo spettacolo con il comprensibile entusiasmo per un’opera fin troppo poco valorizzata. “Un testo psicopatologico in cui Gadda riversa tutto il suo veleno nei confronti di Foscolo attraverso una scrittura esplosiva e barocca, che ben si presta all’ambito teatrale” annuncia Scarlini prima che i quattro giovani attori Francesco Bottin, Ilaria Campani, Sara Gedeone e Nicolò Tomassini indossino con maestria i panni dei protagonisti della conversazione e dell’esilarante voce fuori campo. Entrano in scena quindi il principale accusatore di Foscolo, l’avvocato De Linguaggi, che si confronterà a suon di pungenti battute con il suo difensore, il Professor Manfredi Bodoni Tacchi nel salotto della svampita e impreparata ospite Donna Clorinda Frinelli. Un testo assolutamente non semplice per via del ritmo acceso e costantemente sostenuto che i quattro portano sul palco con contagiosa energia e sferzante libidine, senza cali di tensione. Riprendendo le inaugurali parole di Scarlini: “La parola italiana a teatro, una vera rarità, una specie protetta”. Il consiglio è di non perdere assolutamente gli altri appuntamenti della rassegna “Atti unici del Novecento Italiano”.