MANTOVA Con un avvincente itinerario tra opere di notevole valore artistico, venerdì sera “Tempo d’Orchestra” ha regalato al pubblico del Teatro Bibiena una bellissima serata cameristica. Ad alimentare il meritato successo del concerto, un ruolo determinante va riconosciuto ai tre interpreti, eccellenti strumentisti di vasta esperienza internazionale e dotati di quella rara sensibilità che assegna la giusta dimensione espressiva all’esecuzione. Doti ampiamente condivise tra il clarinettista Tommaso Lonquich, Umberto Clerici, violoncello, e il pianista Claudio Martinez Mehner e che hanno assicurato una coerente lettura dei variegati aspetti del programma. Brillante e ricco di spunti melodici l’avvio affidato al Trio in mi bemolle maggiore “Kegelstatt-Trio” (Trio dei birilli), K. 498, di W. A. Mozart (1756-1791), reso nella sua corretta coloritura calda, determinata dalla combinazione timbrica del violoncello con il clarinetto e con il pianoforte, come ha sapientemente fatto Claudio Martinez Mehner, tenuto in appropriato equilibrio di volume. Con la stessa raffinata misura interpretativa Lonquich-Clerici-Martinez Mehner hanno interpretato la sapiente architettura del Trio per pianoforte n. 4 in si bemolle maggiore, op. 11 di L. van Beethoven (1770-1827), opportunamente attenti al dialogo tra la dinamica incisività del pianoforte e il calore del clarinetto e del violoncello, particolarmente riuscito nel bellissimo Adagio (apprezzato una seconda volta come bis conclusivo). Interessante l’inserimento nel programma di Nacthstück, brano di Jörg Widmann (1973), compositore, direttore e clarinettista tedesco, che evoca avvincenti suggestioni, misteriose come i suoni rarefatti della notte, facendo ricorso a un dosato mix di ricercate sonorità. Epilogo di concerto di grande intensità affidato al Trio in la minore per clarinetto, violoncello e pianoforte, op. 114 di Johannes Brahms (1833-1897), interpretato con notevole proprietà tecnica e sensibile attenzione all’intreccio di temi, al dialogo tra gli strumenti, alle cangianti atmosfere e alla poetica espressività dell’opera. Calorosi e prolungati gli applausi del pubblico a sancire il bel successo del trio composto da Tommaso Lonquich, Umberto Clerici e Claudio Martinez Mehner. (gmp)