Recalcati: “Dietro un uomo violento c’è un pedagogo che non sa cos’è una donna ma che vuole insegnarlo”

MANTOVA Massimo Recalcati partendo dal suo libro “La notte del Getsemani” ha sviluppato una riflessione sulla differenza tra sacrificio e dono nell’amore: «con la notte del Getsemani comincia l’esperienza sacrificale di Gesù Cristo, quando Cristo non sente la voce del Padre compie il suo sacrificio». Lo scrittore riprende le parole delle Scritture: «Nessuno mi toglie la mia vita, sono io che la offro» per spiegare quanto il Cristo in quel momento stia amando radicalmente. «L’amore è un’esperienza di dono, non un sacrificio. L’amore è esperienza di dispendio, non si risparmia».
Recalcati riprende poi la riflessione di Nietzsche sulla figura materna; una madre si dona al figlio, dona tutta se stessa, non si sacrifica. Ci si sacrifica sempre per un tornaconto futuro. La soddisfazione della donazione in realtà è tutta nella donazione stessa. «Un amante è soddisfatto nell’esperienza dell’amare e come dice Enzo Bianchi nell’amore la gloria è sempre di chi ama».
Il tutto ruota sul capire quanto il sentimento amoroso sia genuino e profondo e di quanto ogni sua distorsione porti a conseguenze che lo snaturano: «nell’amore c’è sempre una componente appropriativa, è una componente inaggirabile per l’amore umano. Ma la violenza è sempre la profanazione ingiustificata dell’amore, è un tradimento dell’amore».
«Il sogno degli amanti è possedere la libertà dell’altro – continua Recalcati -. Il trucco sta nel lasciare che la libertà continui, che l’esser fedeli maturi nella più assoluta libertà». Quando si ama si ama il modo che l’altra persona ha di stare al mondo e incontrandosi e amandosi si genera un nuovo mondo». Ma è spesso la fine di questo mondo con la fine dell’amore che fa scaturire la gelosia e la violenza. «Ma la violenza non ha nulla a che fare con l’amore», ribadisce Recalcati.
Il focus poi si sposta sulla questione dell’eterosessualità. «La rappresentazione naturalistica della sessualità sarebbe la combinazione di due generi eterogenei. Ma non è l’anatomia a rendere l’amore eterossuale», spiega Recalcati. «L’amore è sempre amore per una donna. È amore per la differenza, per l’altro come difforme da me, non riducibile al mio io». Ma cerchiamo di capire cosa vuol dire che l’amore è sempre per una donna. «L’identità maschile è una divisa. Non esiste un’equivalente per la donna, perchè le donne sono tutte diverse. Nessuno sa cos’è una donna perchè essa porta con sè il mistero della femminilità». La donna, afferma Recalcati, rappresenta quindi il mistero dell’eteros, di ciò che non ha una forma definita. E il pericolo si presenta quando una donna ha bisogno di capire chi è e per farlo si affida a un uomo: «dietro ad ogni uomo violento c’è un pedagogo che non sa niente di che cos’è una donna ma vuole insegnarlo», afferma lo scrittore.
L’attenzione infine si posa sul matrimonio: perchè ci si sposa? «Lo si fa per dire che questo amore non morirà, si giura davanti a Dio che sarà per sempre. L’amore vuole essere per sempre, è un frammento di eternità. L’amore è sempre lo stesso ed è sempre differente: più scopriamo qualcosa dello stesso e più alimentiamo il nuovo. Le coppie che durano sono quelle che mantengono un’estraneità. Meglio capirsi poco che capirsi fino in fondo», conclude Recalcati.
Nadia Di Lorenzo