Auto ai rom usate per rubare, beccati i capi della banda

QUISTELLO Pare essere arrivata alla conclusione, con la denuncia dei capi della banda, l’operazione porta avanti dai carabinieri di Quistello riguardo alla denuncia di una organizzazione accusata di associazione a delinquere. Nei guai infatti sono finite sei persone, due italiane e quattro straniere. Ma veniamo al racconto di tutta la vicenda che vede iniziare la prima fase il 20 febbraio scorso quando, al termine di parziali accertamenti aveva denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ferrara, i militari della stazione di Quistello denunciavano 26 persone per i reati di associazione a delinquere e falso ideologico in atto pubblico per induzione. In particolare le indagini avevano permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminoso che, inducendo in errore diversi pubblici ufficiali che avevano rilasciato certificati di proprietà e carte di circolazione, nell’arco di pochi mesi, avevano intestato ben 101 veicoli a  G.D.  42enne ferrarese, cedendoli in utilizzo a soggetti di etnia rom delle province limitrofe, dediti alla commissione di reati contro il patrimonio o comunque privi dei requisiti psicofisici per la conduzione dei veicoli stessi.
La prima tranche della stessa indagine era stata chiusa nello scorso mese di ottobre 2018, allorquando i Carabinieri della Stazione di Quistello, oltre al deferimento in stato di libertà dello stesso G.D., avevano anche chiesto ed ottenuto la radiazione d’ufficio di 50 veicoli per intestazione fittizia. Questo, però, non aveva impedito al G.D. di continuare indisturbato la propria attività illecita. I carabinieri, quindi, con l’ulteriore attività di indagine posta in essere hanno individuato le menti ed i capi di chi era al comando di questa organizzazione denunciando appunto 6 altre persone per la violazione dell’art. 416 del C.P., 2 italiani e 4 stranieri di origine serbo-bosniache, residenti a Pomigliano d’Arco, Bologna, Crevalcore, Sassari e Calcinaia. Erano infatti questi 6 soggetti che avevano, nell’ambito del sodalizio criminoso creato, precisi e specifici compiti di organizzazione e distribuzione sul territorio dei veicoli che venivano tutti fittiziamente intestati al suddetto 42enne.