Fallimento Se.Pre: beffa dopo il danno per gli operai

SERRAVALLE  Dopo cinque anni di attesa per i 35 dipendenti dello stabilimento Se.Pre. a Serravalle a Po è arrivata la beffa, dopo il danno: a fine 2017 erano rimasti senza lavoro per il fallimento dell’azienda (dichiarato ufficialmente nel gennaio 2018), e negli ultimi giorni del 2022 hanno avuto l’amara sorpresa di vedersi liquidare solo – nella migliore delle ipotesi – il 10% delle mensilità arretrate mai ricevute. Una situazione pesante per i dipendenti ma anche figlia di una situazione normativa non certo favorevole.
Come ci ha infatti spiegato Paolo Rossi di Feneal-Uil, uno dei rappresentanti sindacali che aveva seguito la vicenda fin dal primo giorno, la normativa garantisce il pagamento del trattamento di fine rapporto, nonchè la liquidazione dell’importo delle ultime tre mensilità. Questo grazie a Inps anche se, nei fatti, il dipendente entra in possesso solitamente di circa il 50% della retribuzione dell’ultimo trimestre: «A questo punto – spiega Rossi – venduto quello che si può vendere dell’azienda è chiaro che la somma ottenuta non può soddisfare tutte le pendenze, ma viene ripartita in percentuale a tutti i dipendenti. Che si ritrovano, nella migliore delle ipotesi, solo un 10% di quanto richiedevano. Se da un lato non si può che prendere atto della situazione e poco si può fare per dare ulteriore soddisfazione ai dipendenti, dall’altro lato non possiamo non far presente che la normativa vigente vada interamente rivista e che si possano porre dei correttivi per impedire che altre situazioni di questo genere si ripetano con questa pesantezza».
A quanto risulta la situazione sembra dunque arrivata a un punto morto anche se non si esclude che i dipendenti, o una parte di essi, possano cercare ulteriori strade per vedere in parte soddisfatte le loro richieste e non trovarsi, de facto, con un’annata intera di lavoro non pagato.