MANTOVA – Un calo del 20% rispetto alla media per effetto dell’andamento climatico che, dopo un inverno caldo e siccitoso, ha visto una primavera in cui non sono mancati bruschi abbassamenti di temperatura. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti regionale sulle prime produzioni di miele in Lombardia, elaborato in occasione della giornata mondiale delle api che si festeggia il 20 maggio, dopo essere stata istituita dall’Onu nel 2018.
La situazione sul territorio è a macchia di leopardo – precisa la Coldiretti Lombardia –: laddove le gelate hanno intaccato le piante la produzione è limitata, così come nelle zone in cui piogge e temporali nei giorni scorsi hanno “fermato” le fioriture, mentre in altre aree la situazione è più positiva.
A fronte di un calo medio del 20% rispetto a una stagione normale – continua la Coldiretti regionale – gli apicoltori segnalano, però, in questa fase iniziale una ripresa delle produzioni rispetto all’annata nera dello scorso anno, funestata dalle bizze del tempo. Nel 2019, infatti, maggio fu caratterizzato da piogge costanti per quasi tutta la durata del mese. Per Sara Cauzzi, apicoltrice di Volta Mantovana con 130 alveari, “la stagione è partita bene sul piano meteo climatico. Poi, per effetto degli sbalzi di temperatura della scorsa settimana e delle piogge, abbiamo registrato un forte calo”. Alice Perini, 16 alveari tra Villimpenta e Nosedole e una vocazione all’agri-cosmesi, quest’anno è riuscita a produrre una ventina di chili di miele di tarassaco e ha iniziato a produrre il miele di acacia, “lo scorso anno invece completamente azzerato per le piogge persistenti. Mi auguro che la stagione si confermi positiva, così come è iniziata, fata salva l’ultima settimana, all’insegna dell’incertezza meteo”. Per Stefano Trivini di Cavriana, Oscar Green Lombardia 2019 per la categoria “Sostenibilità” con la produzione di Miele millefiori delle Isole del Po, il debutto in commercio del miele primaverile di tarassaco e sul miele di acacia “le previsioni sono di una produzione più elevata del 20% rispetto al 2019”. Trivini vende, come la maggior parte dei produttori di miele mantovani, ai mercati degli agricoltori e, grazie alla vicinanza al lago di Garda, d’estate colloca circa il 90% della produzione ai tedeschi.
“In Germania consumano il miele anche cristallizzato – racconta Trivini – mentre da noi il consumo è quasi esclusivamente da prodotto fluido. Eppure, è bene sapere che quando il miele cristallizza vuol dire che non è stato pastorizzato e che non ha subito trattamenti industriali”.
Per riportare il miele allo stato liquido, “basta utilizzare una fonte di calore e bagnomaria, in modo che vada via via ammorbidendosi”.
A Mantova ci sono oltre 50 aziende che si occupano di apicoltura, con una media di 20-30 alveari. In Lombardia sono presenti circa 160.000 alveari, custoditi da oltre 6.000 appassionati tra professionisti e hobbisti, che producono miele, propoli, cera e altri derivati. In generale – precisa la Coldiretti – una singola ape visita in media circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Tre colture alimentari su quattro dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api; tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni, secondo la Fao. In Italia – spiega la Coldiretti – esistono più di 60 varietà di miele a seconda del tipo di “pascolo” delle api: dal miele di acacia al millefiori (che è tra i più diffusi), da quello di arancia a quello di castagno (più scuro e amarognolo), dal miele di tiglio a quello di melata, fino ai mieli da piante aromatiche come la lavanda, il timo e il rosmarino. Nelle campagne italiane – conclude la Coldiretti – ci sono 1,5 milioni gli alveari curati da sessantamila apicoltori di cui circa 2/3 produce per autoconsumo.