Felonica Non si può definirlo allarme, ma sicuramente qualcosa su cui prestare attenzione e, non a caso, le segnalazioni arrivate ad Aipo saranno esaminate anche dall’Autorità di Bacino: il granchio blu (o granchio reale, o, usando il nome scientifico, il Callinectes sapidus) starebbe cominciando a diffondersi anche lungo l’asta del Po. Con il timore che questa presenza possa alterare in modo significativo l’ecosistema del grande fiume; dopo gli esemplari trovati nella Sacca degli Scardovari, nel comune rodigino di Porto Tolle, diversi altri ne sono stati segnalati lungo il Po e anche nel Panaro e – notizia di pochi giorni fa – anche a Felonica.
Il granchio è definito blu per alcune sfumature del carapace ed è una specie che normalmente vive nell’Atlantico, nei pressi del Nord America; tuttavia – si ipotizza tramite l’acqua incamerata per zavorrare le navi, la specie è stata accidentalmente introdotta in numerose altre parti del mondo, tra cui il Mediterraneo. Il granchio sarebbe anche adatto al consumo umano, ma ciò che preoccupa è il fatto che questa specie alloctona è caratterizzata da una intensa voracità, dalla capacità di riprodursi molto velocemente e con una sorta di progressione geometrica e, aspetto da non trascurare, di non avere nelle zone del Mediterraneo, del Delta del Po e dello stesso fiume, veri e propri antagonisti.
Nella zona di Porto Tolle, come abbiamo detto, è già proliferato causando danni notevoli agli allevamenti di vongole e cozze (ricordiamo che la cozza di Scardovari è una dop) e ora la sua presenza anche nelle acque del Po a una certa distanza dal Delta (vedasi appunto il ritrovamento di Felonica), possono creare una certa preoccupazione. «Vista la sua velocissima capacità di riprodursi – ci ha spiegato l’ex vicesindaco di Felonica Vittorino Malagò – potrebbe diventare l’ennesimo problema per l’ecosistema del Grande Fiume, già in parte compromesso da altri fattori». Non è escluso che vengano compiuti monitoraggi nelle prossime settimane.