Il presidente Mattarella celebra la Croce Rossa e ricorda Satnam Singh: mai più una tragedia come questa

SOLFERINO/CASTIGLIONE DELLE STIVIERE  Atteso, acclamato, richiesto. Tutti gli 8mila volontari della Croce Rossa arrivati da ogni parte d’Italia e dall’estero erano lì per lui. Quando il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sale sul palco di piazza Castello a Solferino, sono le 18 in punto. Un grande applauso lo accoglie, e lui ricambia salutando affettuosamente tutti i presenti e stringendo la mano del presidente nazionale della Croce Rossa Italiana Rosario Valastro. Dopo l’inno nazionale e il discorso del numero uno dell’organizzazione umanitaria, al quale ha applaudito più volte, Mattarella prende la parola incitato dai tanti volontari presenti nella piazza principale di Solferino e circondato da un imponente cordone di sicurezza. Nel proprio discorso, incentrato sulle funzioni svolte dal volontariato a livello nazionale ed internazionale e sulla storia della Croce Rossa Italiana, un ruolo preponderante è rivestito dall’attualità. In particolare il riferimento è alla tragedia che si è verificata a Latina, dove il bracciante agricolo Satnam Singh è morto dopo che, a causa di un infortunio sul lavoro, aveva perso un braccio ed era stato abbandonato agonizzante davanti a casa propria. «Il volontariato, nelle sue diverse forme – sono state le parole di Mattarella -, è un orgoglio del nostro Paese. I valori che esprime sono parte della cultura e dell’identità stessa del nostro popolo. Questo è il carattere dell’Italia, ampiamente diffuso nella concreta vita quotidiana ed è quel che la rende, in conformità alla sua storia, un Paese di grande civiltà. Contro cui stridono, gravi ed estranei, episodi e comportamenti come quello avvenuto tre giorni addietro, quando Satnam Singh, un giovane lavoratore immigrato, è morto vedendosi rifiutare soccorso e assistenza, dopo l’ennesimo incidente sul lavoro. Una forma di lavoro che si manifesta con caratteri disumani – ha sottolineato il presidente della Repubblica – e che rientra in un fenomeno che affiora non di rado di sfruttamento dei più deboli e dei più indifesi, con modalità e condizioni illegali e crudeli. Si tratta di un fenomeno che, con rigore e fermezza, va ovunque contrastato, eliminato totalmente e sanzionato, evitando di fornire l’erronea e inaccettabile impressione che venga tollerato ignorandolo».