La questione “car fluff” arriva a Bruxelles

SAN GIORGIO BIGARELLO – «Assurdo pensare di togliere l’inquinamento dalla strada per spostarlo nelle periferie urbane: la Commissione riveda radicalmente le proprie posizioni sulla dismissione degli Euro 4».  Paolo Borchia , eurodeputato della Lega e unico coordinatore italiano nella Commissione Industria dell’Eurocamera, porta l’impatto socio-ambientale del progetto car fluff (scarti derivanti dal riciclo delle auto) che potrebbe sorgere sul confine lombardo-veneto all’attenzione della Commissione europea, presentando un’interrogazione scritta. Va ricordato che il progetto è ancora in fase di pre-istruttoria negli uffici della Regione del Veneto: i tecnici stanno ancora esaminando la regolarità dei documenti presentati dalla società RMI di Castelnuovo del Garda, che nonostante un sollevamento di scudi praticamente unanime, procede imperterrita per la propria strada. L’impianto di cui parliamo si insedierebbe in un territorio agricolo ricco di biodiversità e di risorgive. Una mega discarica con una capienza di 1,5 milioni di metri cubi e un conferimento giornaliero fino a 10 tonnellate metterebbe in difficoltà l’intero territorio sia dal punto di vista ambientale che della viabilità. «Sorgà non diventi il cimitero per i veicoli Euro 4 in via di dismissione: il territorio individuato – insiste Borchia – presenta una forte vocazione alla coltivazione di eccellenze alimentari, dal riso al radicchio Igp. Al netto delle valutazioni in corso da parte dei tecnici della Regione Veneto, Bruxelles dimentica che le autovetture tolte dalle strade dovranno pur finire da qualche parte, e ripete lo stesso passo falso già emerso con i problemi di smaltimento delle batterie al litio, incentivate dall’Europa per velocizzare l’introduzione dell’auto elettrica. Si vuole costringere il mercato automobilistico ad una transizione ecologica istantanea, che oltre a risultare insostenibile per l’industria anche in termini occupazionali, come recentemente confermato dai vertici di Bosch e Toyota, non tiene conto delle conseguenze per i comparti coinvolti nella catena dello smaltimento». L’ultima critica di Borchia chiama direttamente i n causa la Presidenza della Commissione Europea. «Il disinteresse della Commissione a considerare cosa accade alle autovetture dopo la rimozione dalle strade – osserva l’eurodeputato leghista – conferma il sospetto che il patto ecologista imposto dalla signora Von der Leyen sia in realtà un’operazione di bandiera, finalizzata ad assecondare precisi interessi di mercato piuttosto che abbattere i livelli di inquinamento».

Matteo Vincenzi