Morì folgorata mentre lavorava, stangati i due imprenditori cinesi

Tre anni e sei mesi ciascuno al titolare del laboratorio tessile Confezioni Gloria

CASALOLDO Secondo gli inquirenti sarebbero stati responsabili a livello colposo della morte di una loro operaia avvenuta a Casaloldo il 25 settembre di cinque anni fa. Alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo erano così finiti il titolare del calzificio “Confezione Gloria”, Wu Ly Yong, e una sua collaboratrice Lin Yong Yun che, in sostanza, gestiva e coordinava tutte le operazioni nel laboratorio tessile di via Brodolini. La vittima, Jasvir Kaur, 48enne di origine indiana, lavorava invece come domiciliare per il calzificio, situato dall’altra parte della strada rispetto alla sua abitazione. I fatti come detto risalivano al 25 settembre 2014: quel giorno la donna era stata colpita da una violenta scarica elettrica mentre stirava alcune calze con un’apposita stiratrice fornitale dai suoi stessi datori di lavoro. E proprio su quel macchinario si erano concentrati i rilievi effettuati dai tecnici dell’Asl, chiamati ad accertare l’origine di quella letale scarica elettrica. La donna, madre di due figli di 17 e 23 anni, era praticamente morta folgorata sul colpo. A trovare il corpo della madre riverso a terra in sala da pranzo e ormai privo di vita era stata proprio la figlia minore. La ragazza, infatti, era appena ritornata da scuola quando arrivata di fronte al cancellino dell’abitazione, aveva suonato il campanello. Ma dall’interno non si era udito alcun trillo e nessuno pareva essersi accorto della presenza della 17enne. La finestra che dava sul cortiletto della casa però era socchiusa e la giovane quindi, non ricevendo alcuna risposta dall’interno aveva deciso di scavalcare la recinzione entrando proprio da quell’apertura. Una volta dentro poi la tragica scoperta. Ieri mattina l’epilogo giudiziario della vicenda con l’emissione della sentenza di primo grado. All’esito dell’istruttoria dibattimentale il giudice Enzo Rosina ha condannato entrambi gli imputati a tre anni e sei mesi di reclusione ciascuno, oltre al riconoscimento di una provvisionale da 170mila euro in favore di ognuna delle parti civili costituitesi in giudizio.