Nel garage una piantagione di “marijuana”, 40enne condannato

tribunale di mantova

MANTOVA Aveva trasformato l’abitazione che condivideva con l’anziana madre in un vero e proprio laboratorio-bunker adibito alla coltivazione intensiva di marijuana. Un piccolo condominio, nel centro abitato di Porto Mantovano dall’aspetto apparentemente anonimo in cui A.D., 40enne italiano, aveva realizzato una piantagione dal carattere quasi industriale. Dalla nursery per la messa a terra agli impianti per l’essicazione, tutto era stato curato nei minimi particolari. Per questo, il 20 novembre scorso, dopo un’attenta attività investigativa, gli uomini della sezione anti-droga della Squadra Mobile avevano fatto scattare il blitz. Fulcro dell’attività illecita il garage ove erano state scoperte 5 serre in poliestere e alluminio e 24 piante in vari stadi di maturazione, oltre a semi, fertilizzanti, lampade alogene e sistemi di aerazione. Nell’appartamento, poi l’uomo aveva realizzato una sofisticata cabina di regia con sei monitor collegati in tempo reale a telecamere sparse sia interne che esterne. Area perimetrale del giardino, garage e appartamento erano accuratamente sorvegliati mediante telecamere ad infrarossi collegate a schermi a led collocati nella stanza da letto dell’uomo. In quell’ambiente, gli agenti hanno rinvenuto anche un chilo e mezzo di marijuana già lavorata e pronto per la vendita al dettaglio oltre a 9,4 grammi di hashish. Al termine della perquisizione era quindi scattato l’arresto. Ieri mattina l’epilogo giudiziario della vicenda: comparso davanti al giudice Arianna Busato l’imputato è stato condannato con rito abbreviato a un anno e otto mesi di reclusione, pena sospesa.